Generali, il caso Delfin arriva in Parlamento. Pd: "Il governo deve chiarire"
Grilli, possibile candidato al vertice di Piazzetta Cuccia: "La lista del Cda non serve"
Generali, la partita diventa anche politica. I dem chiedono spiegazioni
Il tentativo di scalata da parte di Delfin in Generali, che coinvolge anche la delicata partita in Mediobanca, arriva in Parlamento. Prima - si legge su Repubblica - è arrivata l’interrogazione parlamentare della deputata del Pd Debora Serracchiani, rivolta ai ministri Giorgetti e Urso. "Il governo chiarisca quali procedure sono state seguite dall’Ivass nell'autorizzare Delfin a detenere una partecipazione qualificata superiore al 10% del capitale di Generali. È rilevante sapere se i ministri competenti siano a conoscenza di fatti e decisioni connesse a un'operazione che, a quanto rilevato dagli osservatori, potrebbe riaprire la partita per il controllo della più grande compagnia assicurativa del Paese con oltre 500 miliardi di attività in gestione".
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Poi - prosegue Repubblica - è stata la volta del banchiere Vittorio Grilli, ex ministro dell'Economia e ora in JP Morgan, intervenire sull'inutilità della lista del cda nell’ordinamento italiano. "L'Italia non ha la tradizione anglosassone dove la partecipazione alla vita societaria dell’azionista è una rarità - ha detto in audizione sul Ddl capitali -. È questo il motivo per cui nella tradizione anglosassone c’è un ruolo di surroga del cda che presenta la lista per il rinnovo del consiglio mentre in Italia la surroga non è necessaria". Grilli sembra così sposare la linea Caltagirone-Del Vecchio contro le liste del cda e voci ricorrenti lo indicano candidato presidente nel prossimo cda Mediobanca in quota Delfin.