Generali, opzione Delfin da 3 mld. Mossa costosa dei Del Vecchio per il 20%
I mercati ci credono, il titolo del Leone ieri si è infiammato e ha chiuso in rialzo del 3,38%
Generali, il secondo round per la scalata in Mediobanca entra nel vivo
Il via libera dell'Ivass a Delfin per l'aumento delle quote in Generali, ha decisamente scosso i mercati. Il titolo del Leone dopo la notizia si è letteralmente infiammato, chiudendo gli scambi in rialzo del 3,38% a 19,25 euro. Anche ai valori dei giorni precedenti un'eventuale mossa della famiglia Del Vecchio per stringere la presa su Generali risulterebbe assai costosa.
Ma la mossa riaccende il confronto con Mediobanca. Se la famiglia Del Vecchio - si legge su Milano Finanza - decidesse effettivamente di salire a ridosso del 20% di Generali Assicurazioni, partendo dal 9,7% attuale, dovrebbe sborsare circa 3 miliardi.
La notizia ha colto di sorpresa Trieste, dove non avevano avuto nessuna segnalazione della richiesta, ma l'ipotesi per ora resta solo sulla carta hanno precisato da Delfin: "La richiesta presentata all'Ivass in data 17 aprile 2023, al fine di poter esercitare diritti di voto per piiù del 10% in Generali, si è resa necessaria in conseguenza del piano d'acquisto di azioni proprie avviato da Generali nell'agosto del 2022 e implementato nei mesi successivi", hanno dichiarato dalla società guidata da Francesco Milleri.
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Ma invece di fare un piccolo passo indietro per riportarsi sotto il 10%, - prosegue Milano Finanza - il manager che guida la cassaforte posseduta dagli eredi di Leonardo Del Vecchio ha evidentemente preferito rilanciare chiedendo l'autorizzazione a superare il 10%, fino quindi a ridosso del 20%. La mossa è destinata inevitabilmente a riaccendere le speculazioni a poco più di un anno dallo scontro che c'era stato per la governance di Generali.
All'epoca Del Vecchio (deceduto a maggio 2022) insieme a Francesco Gaetano Caltagirone (che oggi detiene i16,23% della compagnia), alla famiglia Benetton (4,83%) e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino avevano sfidato la lista del consiglio di amministrazione, sostenuta da Mediobanca (che detiene il 13,1% di Generali). A vincere, con il sostegno del mercato, è stata proprio quest'ultima con la riconferma del ceo Philippe Donnet per un altro mandato, ma ora Delfin ha chiaramente un'opzione in tasca per riaccendere il confronto a Trieste.