High Tech, il mondo delle start-up teme un 2023 da incubo

Il 60% delle società ritiene difficile accedere al fundraising

di Daniele Rosa
Economia

Start-up, il 2023 potrebbe essere un anno da "incubo" 

 

Per il 60% delle start-up, dopo il crack di SVB, sarà più difficile accedere al mercato del fundraising, per il 22% è alta la preoccupazione di non aver trovato capitali nell’anno e il 100% ritiene che il trend economico del 2023 renderà il business complessivo molto più critico e di difficile gestione” sono questi alcuni dei preoccupanti risultati di un recentissimo sondaggio condotto dalla società di venture capital NFX su quasi 900 start up. Che la “pacchia sia finita” per le future imprese tecnologiche sembra sia ormai assodato.Nel 2023 dovranno agire con grande attenzione stringendo i denti. Purtroppo già venivano da un anno, il 2022, difficile  e negativo. Già l’ipotesi di una imminente recessione mondiale aveva fatto rallentare il trend dei finanziamenti con il conseguente calo dei finanziamenti per le società emergenti. Tutte avevano riposto fiducia nell’anno  in corso ma l’uragano di Silicon Valley Bangm di Signature Bank e di altre banche americane ed europee ha aumentato in maniera esponenziale le preoccupazioni degli investitori e i fallimenti delle start-up più deboli .

 

 Start-up, la preoccupazione degli operatori del settore

La conferma di questo stato d’animo diffuso tra gli operatori del settore, gli imprenditori e gli analisti finanziari si è vista nell’atmosfera che si respirava alla seconda edizione del South Summit Brazil, di Porto Alegre. L’evento, annuale, co-organizzato da IE University. Tra i partecipanti SAVRpak, una startup americana di innovazione nella tecnologia alimentare, che ha sottolineato come sia stata costretta rapidamente ad  abbassare le sue aspettative di entrate dopo lo shock bancario. “Dovremo accettare una valutazione più tradizionale; quegli anni in cui arrivavano milioni di dollari senza prodotto ma solo sulla fiducia prodotto sono finiti "ha rilevato l’impresa in una dichiarazione ufficiale. E nemmeno il Vecchio Continente puo’ dichiararsi al riparo da questa crisi di liquidità.

Start-up, molto più difficile accedere al credito in quest'anno

Airway Shield, specializzata in biotecnologie industriali, fondata da un manager spagnolo Julio Alonso, ha già cominciato a provare a raccogliere danaro e la risposta non è stata molto positiva "Abbiamo parlato con Capital Cell (una piattaforma di equity crowdfunding specializzata in salute), che era stata la prima sostenitrice della start-up, e ci ha già avvisato che adesso sarà molto più difficile raccogliere fondi”. La maggior parte degli imprenditori delle nuove realtà tech è ormai consapevole che il ritorno agli incassi formidabili basati solo sulla fiducia del 2021 è solo un bel ricordo.In quell’anno, le startup avevano raccolto qualcosa come 100 volte il loro reddito . Ora la “musica” è cambiata. I venture capitalist sono molto più esigenti perché hanno paura di perdere i capitali. Per molti il vero problema è l’incertezza. Tutti concordano che sarà un periodo molto difficile per tutto il comparto delle start-up, soprattutto per quelle che hanno bisogno di fondi e devono affrontare un trend al ribasso e in assenza di istituti di credito disposti a sostenerle.

Start-up, la ricerca di nuovi modelli per sostenere il business

Ma la criticità del momento sembra essere stata utile per capire che bisogna cambiare approccio. Sembra, per molti imprenditori, non più possibile dipendere dal capitale di rischio.Occorre essere più indipendenti e creativi. Ad esempio provare a non fare da soli e fare partner con il settore pubblico. Altri pensano di abbassare le aspettative sul valore della loro azienda e scommettere sulla diversificazione delle proprie risorse. Tutti però temono l’effetto domino sul settore. I tempi sono difficili per tutto il mondo imprenditoriale ma molto più complessi per il settore dell’high tech. In particolare per quelle start-up che lavorano con debiti dato che i tassi di interesse hanno ridotto le disponibilità dei fondi di capitale. Secondo i dati di Dealroom, piattaforma digitale specializzata in innovazione, il debito ha rappresentato quasi il 30% di tutto il capitale di rischio raccolto dalle startup europee nel 2022. Secondo PitchBook, che tiene traccia delle start-up, nel 2022 sono stati concessi prestiti per oltre 30 miliardi di dollari a società sostenute da VC negli Stati Uniti, nonostante l'aumento dei tassi di interesse. Ma gli incubi degli imprenditori sono anche di tipo geopolitico, in particolare per la guerra in Ucraina. La difficoltà di reperire componenti elettronici indispensabili potrebbe peggiorare nel 2023 e questa è un’ ulteriore preoccupazione per chi pensava fino a due anni fa di avere il vento in poppa senza limiti.

 

Tags:
crisihigh-techstart-up.fundraisingucraina