Politica
Pnrr, Lega: "Valutare la rinuncia a una parte dei fondi". Bomba nel governo
"Spenderli per spenderli non ha senso, valutare la rinuncia a una parte dei fondi a debito", l'intervista al capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari
Pnrr, intervista al capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari
"Giorgia Meloni ha già rassicurato sulle paure relative al blocco della terza tranche del Pnrr, paure immotivate. Un mese in più serve per problemi tecnici ma i soldi non sono a rischio". Lo afferma ad Affaritaliani.it il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari parlando dei ritardi sul Pnrr.
"Ha fatto bene il ministro Fitto a invitare a fare un ragionamento serio sui progetti da realizzare perché, pensando soprattutto alle grandi opere, alcuni sono impossibili da realizzare entro il 2026 a causa della burocrazia e della mancanza di personale. Il nuovo decreto Pnrr comunque prevede nuove procedure di sburocratizzazione. Il problema semmai sono i vincoli di spesa e occorre chiedersi se serva veramente impiegare così tanti fondi su certe partite. Ho parlato con molti sindaci di comuni piccoli e i problemi sono numerosi, ha senso indebitarsi con l'Ue per fare cose che non servono? Giusto quindi ridiscutere il piano con la Commissione europea, o si cambia la destinazione dei fondi o spenderli per spenderli a caso non ha senso. Forse sarebbe il caso di valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito".
Parlando poi degli sbarchi di immigrati irregolari, il presidente dei deputati della Lega ammette che "nei primi tre mesi di quest'anno ne sono arrivati il triplo rispetto a quando c'era la ministra Luciana Lamorgese, anche se oggettivamente la situazione in Tunisia è molto diversa. Certamente gli elettori di Centrodestra ci chiedono di fare di più, è stata introdotta una nuova regolamentazione sulle ong anche se noi della Lega avremmo preferito una più immediata e rapida reintroduzione dei decreti Salvini del 2018 ma sappiamo che ci sono sensibilità diverse nella maggioranza. Oggi sono in vigore ancora le regole della ministra Lamorgese che sono un fattore di attrazione. Con i decreti Salvini c'era una stretta che disincentivava le partenze. L'altro tema importante è intervenire in Tunisia economicamente facendo accordi come quelli fatti con la Libia. Il decreto flussi è triennale e si possono fare aggiustamenti aumentando le quote di ingresso legale, aprire ulteriormente ma favorendo quei Paesi che si impegnano con l'Italia a bloccare l'immigrazione clandestina. Bisogna spiegare e far capire che in Italia si arriva in modo legale e non da clandestini".