Hunter, gli stivali da pioggia in bancarotta: colpa (anche) del global warming

Le calzature "wellies" di Edimburgo finiscono in rosso anche per i colpi del cambiamento climatico e cedono il passo all'americana Authentic Brands Group

di Redazione Economia
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Stivali Hunter da pioggia in bancarotta, non c’è (più) mercato. Il bilancio 

Gli iconici “wellies”, stivali da pioggia della North British Rubber Company finiscono in bancarotta. La storica società britannica fondata nel 1856 a Edimburgo è stata costretta a ricorrere all’amministrazione controllata. A darne notizia il sito online di Ansa.

Il motivo? Sono in realtà tanti i fattori che hanno contribuito al fallimento. Prima i problemi di approvvigionamento per via della pandemia ad impattare sulla produzione, poi la Brexit, e ora il caro prezzi con l’inflazione alle stelle. Ma a dare il colpo di grazia definitivo è il cambiamento climatico, che negli ultimi anni ha devastato la richiesta di esportazione da parte degli Stati Uniti, il miglior partner  per il commercio estero della società britannica.  Proprio l’ultimo festival di Glastonbury – che ha visto splendere il sole – deve aver mosso l’ago della bilancia sulla decisione dell’azienda edimburghese.

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Hunter ha rappresentato per decenni uno status. Adorati dalla famiglia reale e da star come Kate Moss e Alexa Chung, negli anni si sono affermati come oggetto di stile e sinonimo di glamour  ben oltre i confini inglesi. Per internazionalizzare il prodotto, l’azienda produttrice dei celebri stivali da pioggia ha saputo reinventarsi come casa di moda, che è stata in grado di attirare clienti da Boston a Pechino con nuovi modelli multicolori e una varietà di stili dalla caviglia al ginocchio, ma anche giacche, borse e accessori per la vita outdoors.

Con la crescita del business però sono sorti anche dei piccoli “intoppi” che hanno fiaccato la brand reputation degli hunter. Una volta trasferita la produzione in Cina infatti si sono verificati numerosi difetti di fabbrica, come insoliti strappi nella gomma. Di questo si era lamentata pubblicamente Anna Murphy, fashion director del Times di Londra: "Parte della magia degli Hunter è che erano costruiti per durare e diventare così parte della tua vita”.

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L’antico splendore ora potrebbe essere riportato in vita con il nuovo capitolo: la proprietà intellettuale di Hunter è stata venduta nei giorni scorsi alla società americana Authentic Brands Group che ha di recente acquisito marchi superclassici come Brooks Brothers negli Usa e Ted Baker in Gran Bretagna.

"In qualsiasi paese ti trovi, Hunter è il primo nome che ti viene in mente quando pensi agli stivali da pioggia. Pensiamo che, grazie al loro Dna britannico, siano ancora largamente esportabili in tutto il mondo e che ci sia un mercato ancora inesplorato", ha auspicato il capo del marketing e presidente di Authentic, Nick Woodhouse.

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