Il ragionier Bonomi vuole la Luiss, la legge ad personam per un "senza laurea"

Il capo di Confindustria uscente cerca una nuova collocazione. Pressing sul Mur per cambiare le regole e presiedere il prestigioso cda dell'università

di Redazione Economia
Carlo Bonomi
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Confindustria, Carlo Bonomi cerca di ricollocarsi ma senza laurea...

Carlo Bonomi non è laureato. Il presidente di Confindustria ha mentito sul suo titolo di studio ed è stato scoperto. Due documenti ufficiali lo sbugiardano. "Il Dottor Bonomi non è laureato". Ora per Bonomi riuscire a ricollocarsi dopo aver perso la prestigiosa poltrona (il suo mandato è in scadenza) sarà molto più complicato. Il ragionier Bonomi però - si legge su Il Fatto Quotidiano - non vuole abbandonare la prestigiosa chance, colta da quasi tutti i suoi predecessori, di andare a presiedere il consiglio d’amministrazione della Luiss, l’università confindustriale. Per questo ora è in pressing sulla ministra Anna Maria Bernini affinché la norma che ne ostacola la nomina venga emendata o, quantomeno, si faccia valere una "diversa interpretazione" sulla base di un parere legale di parte già acquisito. Tra l'imprenditore lombardo e il vertice dell'Ateneo intitolato allo storico governatore di Bankitalia, Guido Carli, infatti, c’è di mezzo il "pezzo di carta", requisito indispensabile ai fini della nomina alla Luiss.

Entro la settimana – forse già domani – il leader di Confindustria sarà in largo Ruberti a Roma per parlare di persona con l’attuale ministra dell’Università e Ricerca. Fu proprio Bernini a volere la norma contenuta all’articolo 26, comma 9, del decreto legge numero 13 del 24 febbraio 2023 – quello per l’attuazione del Pnrr – secondo cui i presidenti d’Ateneo devono essere scelti tra i componenti del Cda che siano "in possesso di una laurea specialistica o magistrale, oppure di un diploma di laurea di vecchio ordinamento".

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All'incontro con Bernini, a quanto apprende il Fatto, Bonomi si presenterà con in mano un parere pro veritate chiesto a un importante studio legale romano, lo Studio Terracciano, secondo cui – in sintesi – la norma non è applicabile alle università private. Documento che però si scontra con i pareri a sua volta acquisiti dalla struttura legale del Mur. Non solo. Da giorni, inoltre, sarebbe in atto un pressing costante tra i vertici confindustriali e il Mur al fine di proporre un emendamento ad personam al decreto di febbraio, che provi a "salvare" Bonomi senza snaturare il provvedimento.

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