Indagine UE sui veicoli elettrici cinesi che arrivano in Europa

Sussidi o anche lobbing cinese sull’esplosione dei veicoli elettrici di Pechino in Europa?

di Antonio Amorosi
Auto elettriche Cina
Economia

Boom dei veicoli elettrici cinesi in Europa. Indagine della Commissione UE che parla di “sovvenzioni illegali” di Pechino

Bruxelles ha avviato formalmente un’indagine sui potenti sussidi che lo Stato cinese elargisce all’industria nazionale dei veicoli elettrici. Secondo la Commissione UE i produttori cinesi del settore beneficiano di sussidi talmente imponenti da mettere in grave difficoltà l'industria europea. Vi sarebbero aiuti di Stato, sovvenzioni, prestiti da banche statali a condizioni preferenziali, tagli fiscali, sconti ed esenzioni e forniture statali di beni o servizi, come materie prime e componenti, a prezzi inferiori a quelli di sempre.

Non è chiaro se a latere, sulla falsa riga di quanto accaduto nel recente Qatargate, alcuni europarlamentari e lobbisti accusati di aver ricevuto denaro e regalie in cambio del sostegno agli interessi del Qatar, vi siano a Bruxelles anche indagini di natura giudiziaria per verificare possibili contatti tra i parlamentari UE e le lobby di Pechino. La Commissione UE parla apertamente sul proprio sito di “sovvenzioni illegali”.

“Se le condizioni sottoposte ad indagini”, spiega la Commissione, “si rivelassero vere, si andrà verso l’esame delle probabili conseguenze e l’impatto delle misure su importatori, utenti e consumatori di veicoli elettrici a batteria nell’UE. Sulla base dei risultati dell’indagine, la Commissione stabilirà se sia nell’interesse dell’UE porre rimedio agli effetti delle pratiche commerciali sleali accertate imponendo dazi antisovvenzione”.

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Sempre il sito ufficiale della UE scrive: “Sebbene non sia stata ricevuta alcuna denuncia formale da parte dell'industria europea per avviare un procedimento, le norme antisovvenzioni dell'UE prevedono che all'industria europea venga richiesto di collaborare all'indagine d'ufficio. In conformità ai requisiti giuridici previsti dalle norme dell'UE e dell'OMC, prima della pubblicazione dell'avviso di apertura si sono svolte consultazioni preliminari con il governo cinese”.

La Repubblica Popolare cinese dal canto suo, mercoledì scorso, si è duramente lamentata delle indagini UE. Per i cinesi mancherebbero prove adeguate a dimostrare quanto sostenuto dalla UE e che Pechino abbia violato le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio.

La parte cinese invitata alla consultazione ritiene di non aver ricevuto documentazione sufficiente per potersi difendere adeguatamente. La Cina ha inoltre esortato l’UE a salvaguardare la stabilità della catena di approvvigionamento globale e a difendere il partenariato strategico tra i due mondi, applicando “prudentemente” rimedi commerciali. In una dichiarazione pubblicata mercoledì sera sul suo account ufficiale, WeChat, l'Associazione cinese dei produttori di automobili (CAAM) ha definito l'indagine un "evidente atto di protezionismo" che ostacolerebbe la crescita dell'industria globale dei veicoli elettrici.

Intanto a luglio in Europa vi è stato un boom delle auto cinesi con un balzo delle vendite di + 131%. Ad agosto, i 22 marchi cinesi presenti sul mercato europeo hanno venduto circa 25.500 nuove vetture, il 131% in più appunto rispetto al numero registrato nello stesso periodo dell’anno 2022. Il mercato dei veicoli elettrici cinesi è passato dall’1,27% al 2,51%. Una tendenza nuova che fa pensare a movimenti importanti di Pechino. Poiché le regolamentazioni nel settore restano labili ed essendo diventato prioritario per l'industria automobilistica europea investire sui veicoli elettrici, molti marchi stanno sfruttando la situazione di mercato.

 

 

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