Inflazione in calo, la Bce potrebbe “stoppare” l’aumento di settembre
Ma il nostro Fabio Panetta chiede a Christine Lagarde di cambiare metodo
Inflazione, la Bce potrebbe "stoppare" l'aumento dei tassi a settembre
La Bce potrebbe, a settembre, decidere di evitare un nuovo rialzo dei tassi. Questo perchè l’inflazione “core” (che esclude energia e generi alimentari) sembrerebbe aver raggiunto il suo picco. E’ un indicatore attentamente monitorato dalla Banca Centrale. In Europa l’indice dei prezzi al consumo (CPI) da luglio è rallentato lievemente , dal 5,5% al 5,3%.
Anche Eurostat conferma la tendenza (dal 6,8% al 6,6%). Eurobank, dal canto suo, ha confermato le stesse indicazioni di rallentamento. Una delle voci più autorevoli della Bce, l'italiano Fabio Panetta, considerato una “colomba”, ha affermato che il processo di "disinflazione" è già in corso. “In particolare-ha detto-da marzo le prospettive di aumento dei prezzi da parte degli operatori economici sono in calo”.
Panetta però è convinto, a differenza di molti altri colleghi europei, che l'inflazione core non sia un indicatore "avanzato", ma una misura "tardiva" di ciò che sta succedendo. Panetta ha inoltre proposto un cambiamento nell’approccio di Eurobanca. “la BCE-ha sostenuto Panetta- dovrebbe passare da una politica di "livello" a una di "persistenza". In altre parole, si dovrebbe passare da una strategia consistente nell'innalzare i tassi di interesse a un'altra basata sul mantenerli su livelli elevati per il tempo necessario a placare l'inflazione”.
Inflazione, la stretta degli istituti bancari nel concedere crediti
Un altro aspetto considerato dalla Bce è la politica del credito adottata dagli istituti bancari. Al momento è evidente un drastico calo della concessione del credito che sta incidendo in maniera critica anche su famiglie e piccole e medie imprese. Philip Lane, capo economista della Bce, si è dichiarato convinto che l'inflazione continuerà a scendere nel 2023.
"Quello che abbiamo nelle nostre proiezioni è che l'inflazione dovrebbe scendere notevolmente entro la fine dell'anno ma l'obiettivo del 2% sembra ancora un po' lontano. Le nostre previsioni indicano che il 2,2% si avrà solo nel 2025”.
E tutti attendono le mosse della francese Lagarde convinta che le cause attuali dell’inflazione stiano nei margini aziendali e nei salari. Ma la numero uno della BCE non è certo considerata una colomba e quindi, a settembre, è ancora tutto possibile.