Inflazione, le mosse di Lagarde opposte a quelle del suo predecessore Draghi

Dal “What it takes” della francese al “Whatever it takes” dell'italiano

di Daniele Rosa
Christine Lagarde
Economia

Inflazione, la strategia della Lagarde opposta a quella di Draghi

Quello che tutti in Europa temevano in tema di inflazione è successo: nuovo aumento dei tassi da parte della numero uno della Bce. Christine Lagarde, ha portato avanti la sua strategia, perfettamente opposta a quella di Mario Draghi “whatever it takes” con la più cinica “what it takes”. Andare cioè “fin dove sarà necessario” per combattere il trend inflattivo che ad ottobre aveva toccato il 10%. 

La Banca centrale europea aveva deciso il primo rialzo dei tassi (dopo oltre dieci anni in negativo) nel luglio 2022. E in mezzo ai venti di guerra ucraino/russi anche altri paesi come Norvegia, Regno Unito e Svizzera hanno annunciato aumenti mentre gli Stati Uniti, dopo un illusorio stop nell’ultimo rialzo, hanno confermato almeno altri due prossimi aumenti. "C'è ancora molta strada da fare per portare l'inflazione al di sotto dell'obiettivo del 2%" ha detto al Congresso americano Jerome Powell della Fed. Gli ha fatto eco il governatore della Banca d'Inghilterra Andrew Bailey “E’ ancora molto alta e dobbiamo affrontarla".

Inflazione, a Sintra in  Portogallo, i grandi dei paesi per parlare di strategie

La ricetta “storica” degli economisti nella guerra all’inflazione è sempre la stessa: si aumenta il costo del denaro per favorire prestiti più costosi  per famiglie ed imprese e quindi raffreddare la domanda. Questa settimana a Sintra in Portogallo si tiene il forum annuale dei grandi capi della politica monetaria occidentale per discutere su cosa sia meglio fare in un momento in cui l’inflazione è al 6,1%, contro un obiettivo del 2%. Tra falchi e colombe la battaglia va avanti da tempo. Uno dei leader dell'ortodossia  spinta è la tedesca Isabel Schnabel (Eurobank) convinta che sia meglio continuare con i rialzi piuttosto che fallire. Altro “duro e puro” è Joaquim Nagel, presidente della Bundesbank, anche lui grande supporter di nuovi rialzi. Per contro un po’ di acqua sul fuoco l'ha gettata il governatore francese, François Villeroy, che ha invitato alla calma e ha chiesto di cercare di seguire i dati e non le previsioni.

Inflazione, gli otto rialzi tra pandemia e guerra "armata" e guerra "commerciale"

Pandemia, guerra vera e guerra energetica hanno provocato ben otto rialzi consecutivi. L’economia in Europa sembra aver resistito salvo una lieve recessione tecnica nell'eurozona e una altrettanto lieve in Germania (ma con disoccupazione a livelli storici e stipendi in rialzo). Ma l’inflazione di fondo ( con fuori alimentari ed energia) si mantiene intorno al 5,3%. Ma cosa ci dobbiamo aspettare nel breve termine? Tutti gli osservatori ( in primis Goldman Sachs e Bank of America) danno per certo un nuovo rialzo dei tassi a luglio (il prezzo del denaro arriverà così ai massimi dal 2000) e molto probabilmente un altro a settembre. Ma gli effetti benefici di questa politica rialzista si dovrebbero vedere, cosi come confermato dalla Lagarde, sull’economia reale non prima di un anno e mezzo. Il punto più critico per l’economia dell’Eurozona, e non solo,  sarà a detta di molti la fine dell’anno. Ed allora che dire se non “cross our fingers”, incrociamo le dita e speriamo bene.

 

 

 

 

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