Italo passa agli svizzeri di Msc. Che cosa faranno Cattaneo e Montezemolo
Il presidente dovrebbe rimanere al timone, mentre l'ad di Enel è dato in uscita. Con una ricca plusvalenza
Italo passa a Msc: i dettagli
Ci siamo. Dopo mesi di tira e molla di cui Affaritaliani.it ha dato conto, Msc è pronta a rilevare il 50% di Italo dal fondo americano Gip. Secondo quanto riporta Il Messaggero, infatti, la nuova compagine societaria vedrà gli svizzeri di Aponte con un pacchetto azionario intorno al 50% (bisogna negoziare con l’Antitrust) mentre gli americani rimarranno, passando dal 72,6% al 35%. Anche Allianz – che oggi detiene l’11,5% delle quote – dovrebbe rimanere con un analogo peso nella nuova società. Luca Cordero di Montezemolo sarà confermato presidente, anche se la sua quota verrà inevitabilmente ridimensionata. L’ex presidente di Ferrari, infatti, detiene il 7,74% di Italo insieme ad altri investitori di lungo corso come Flavio Cattaneo, Giovanni Punzo, Isabella Seragnoli, Alberto Bombassei, Peninsula Capital. Si tratta dei fondatori dell’azienda – nel 2006 insieme a Intesa Sanpaolo – che hanno mantenuto una piccola quota che ha permesso a Montezemolo e Cattaneo di rimanere al timone della società.
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Proprio il ruolo di Flavio Cattaneo è stato oggetto di parecchie analisi. L’amministratore delegato di Enel aveva già rinunciato a qualsiasi ruolo operativo in azienda. Ora, secondo fonti vicine al dossier, dovrebbe vendere anche il suo capitale residuo di Italo, realizzando una nuova plusvalenza. Quando accettò di diventare amministratore delegato dell’azienda di trasporto, infatti, ottenne un pacchetto intorno al 5% che ha rivenduto quasi interamente agli americani di Gip ottenendo una plusvalenza di circa 115 milioni di euro. Come detto, insieme ai soci ha poi reinvestito sottoscrivendo un aumento di capital da 150 milioni di euro pari al 7,74% del capitale sociale. Se dovesse essere in parti uguali si tratterebbe di circa 25 milioni a testa, che porterebbe la plusvalenza di Cattaneo a quota 90 milioni.
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Oggi Italo, che nel 2018 venne valutato 2,4 miliardi, viene stimata 3,2 miliardi – come scrive il Messaggero – al netto di 900 milioni di debito rifinanziato con le banche di recente e di un dividendo per i vecchi azionisti. Montezemolo dovrebbe ridurre ulteriormente la sua partecipazione in Italo, pur mantenendo il ruolo di presidente. Escono di scena Ip Infra Investors (che aveva il 7,6%) e Molangers (0,6%). Il 7,74% in mano ai sei soci di lungo corso dovrebbe valere circa 317,34 milioni di euro, ovvero poco meno di 53 milioni a testa. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, Luca Cordero di Montezemolo potrebbe non essere l’unico socio “storico” che rimarrà in azienda, seppur con quote che gli addetti ai lavori chiamano “peanuts”, noccioline. Ma tanto bastano per rimanere alla presidenza. D’altronde, a proposito di frutta secca, anche la Fiat di Gianni Agnelli – con uno 0,6% di Telecom – riuscì a comandare nell’ex-monopolista insieme al nocciolino duro prima di cedere a Roberto Colaninno.