L'Italia corre più della Germania: nel primo trimestre Pil in rialzo

L'economia italiana corre più del previsto e batte la (ex) locomotiva Ue tedesca: secondo l'Istat il Pil cresce dello 0,6%. L'inflazione s'arresta al +7,6%

di Redazione Economia
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Pil, l'Italia corre più della Germania: sul 2022 la crescita è dell'1,9% 

La crescita italiana corre più del previsto, mentre l’inflazione inverte (di poco) la rotta verso il basso. Secondo gli ultimi dati diramati dall’Istat nel primo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo è infatti aumentato dello 0,6% sui tre mesi precedenti e dell'1,9% sul 2022. Un rialzo di 0,1 punti che batte di fatto le stime preliminari di fine aprile. Con due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più sul 2022, la variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di aprile (+0,8%). "La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la ripresa dell'economia italiana nel primo trimestre del 2023 dopo la battuta d'arresto di fine 2022", sottolinea l'Istat. 

Nel dettaglio, rispetto al primo trimestre, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con una crescita dello 0,7% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Mentre le importazioni e le esportazioni sono diminuite, rispettivamente, dell'1% e dell'1,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per un +0,7% alla crescita del Pil: i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private hanno contribuito per lo 0,3%, gli investimenti fissi lordi per lo 0,2%, così come la spesa delle amministrazioni pubbliche.

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Pil italiano in crescita, Visco: "Nel 2023 aumento del Pil dell'1%" 

Per contro, sia la variazione delle scorte, sia la domanda estera netta hanno contribuito negativamente alla variazione del Pil, entrambe per -0,1 punti percentuali. Infine, gli andamenti congiunturali sono positivi sia per l’industria che per i servizi cresciuti rispettivamente dello 0,2% e dello 0,8%, mentre rimangono stabili agricoltura.

A commentare gli ultimi dati di crescita economica diramati dall’Istat anche il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Nelle Considerazioni finali in occasione della presentazione della Relazione annuale ha dichiarato che “nel primo trimestre di quest'anno la crescita dell'economia ha di nuovo superato le attese. Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all'uno per cento".

La ripresa, ha spiegato Visco, è stata più marcata nelle costruzioni, sostenute dagli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio, e nei servizi, tornati a espandersi significativamente con il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dei contagi. Nonostante le difficoltà in corso d'anno, anche la produzione manifatturiera si è mantenuta in media sui livelli del 2019".

Se da un lato il rialzo del Pil oltre le attese fortifica l’immagine economica del Paese, che ha dimostrato di crescere anche più della locomotiva tedesca (nel primo trimestre dell’anno la il Pil della Germania è calato dello 0,3% dopo la contrazione dello 0,5% registrata a fine 2022), per l’Unione nazionale consumatori è un traguardo “irrisorio e senza pretese”. Secondo l’associazione il Pil nel primo trimestre 2023 è salito dello 0,6% sul trimestre precedente e dell'1,9% su base annua, con una crescita rispetto alla stima precedente pari, rispettivamente, a +0,5% e +1,8%.

"Visto che il governo si accontenta a fine anno di avere una crescita del Pil dell'1%, con appena 0,1 punti percentuali in più tra lo scenario tendenziale e quello programmatico, considerato che la variazione acquisita per il 2023 è già pari allo 0,9%, è di tutta evidenza che sarà impossibile non raggiungere l'obiettivo a fine anno, neanche se il Governo si impegnasse a fare le peggio cose", ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Certo che per questo risultato non è il caso di fare applausi, ne' di gridare al miracolo economico se poi si superasse l'agognata meta di 2 o 3 punti percentuali", ha concluso Dona.

L'inflazione inverte la rotta, a maggio la crescita dei prezzi rallenta e torna ai livelli di marzo: +7,6% 

Nel frattempo arrivano notizie positive anche sul fronte inflazione. Dopo la risalita registrata ad aprile, la corsa dei prezzi rallenta la corsa al +7,6%, tornando ai livelli di marzo 2023. A pagare soprattutto il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati che sono passati da un +26,6% a un +20,5% e, in misura minore, degli alimentari lavorati cresciuti del 14,0% contro il 13,4%. Gli altri beni sono passati dal +5,3% a +5,1%. I trasporti invece hanno visto un’oscillazione dal +6,0% al +5,5%. Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,4% a +8,9%) e dei servizi relativi all'abitazione (da +3,2% a +3,4%).

Anche l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ancora, sebbene di poco: passa dal +6,2% al +6,1%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,3%, registrato ad aprile, a +6,2%). Si attenuta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +10,4% a +9,5%) e, in misura minore, quella dei servizi (da +4,8% a +4,6%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -4,9 punti percentuali, da -5,6 di aprile. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +11,6% a +11,3%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +7,9% a +7,1%).

L'aumento congiunturale dell'indice generale si deve principalmente all'aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%), degli alimentari lavorati (+0,7%) e dei servizi relativi all'abitazione (+0,3%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dal calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (-1,4%).

Moody's ha alzato le stime sul Pil Italia nel 2023

Buone notizie anche da Moody's. L'aggiornamento del Global Macro Outlook 2023-24 prevede un aumento del prodotto interno lordo dello 0,8% nel 2023, rispetto alla crescita dello 0,3% stimata a fine febbraio. "Abbiamo alzato in modo modesto le nostre previsioni per l'Italia e per la Francia in risposta a prezzi calanti dell'energia e a un migliore inizio d'anno", afferma l'agenzia di rating, che invece ha limato dallo 0,6% allo 0,4% le stime sul Pil italiano nel 2024.

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