La Bce tiene duro sul rialzo dei tassi, ma così Lagarde danneggia l'Italia

L'obiettivo è avere un'inflazione al 2% dopo l'aggravio del debito pubblico. Ma la cura del cavallo non è ben vista dagli Stati

Di Giuseppe Vatinno
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Economia

Lagarde tiene duro sui tassi e danneggia l’Italia: l'effetto sui Btp indicizzati e l’“inflazione alimentare”. Analisi 

Christine Lagarde tiene duro sui tassi ma così facendo sta spingendo l’Ue sull’orlo della recessione. Tassi alti significa infatti costo del denaro più alto e interessi più alti con aggravio del debito pubblico e problemi per le aziende che non possono approvvigionarsi di denaro a costi contenuti. L’obiettivo è avere una inflazione al 2% mentre era arrivata anche al 10%. Ma la cura da cavallo rischia appunto di avere i problemi inversi e per questo non è ben vista dagli Stati.

La Presidente della Banca Centrale Europea ha dichiarato all’emittente televisiva France 2: "Se vinciamo la battaglia contro l'inflazione, vale a dire se abbiamo la certezza che l'inflazione sarà effettivamente al 2%, allora i tassi cominceranno a scendere. I dati più recenti per il quarto trimestre del 2023 indicano che la crescita rimarrà probabilmente moderata, mentre il mercato del lavoro dovrebbe rallentare. Ci si attende che la crescita inizi a recuperare all'inizio del 2024, in assenza di ulteriori shock".

Ma tutto questo, come dicevamo, ha un costo sull’economia e la stessa Lagarde ne è pienamente consapevole: "Gli indicatori di breve periodo disponibili suggeriscono il protrarsi della debolezza dell'attività economica nel quarto trimestre del 2023”. Nell’intervista la giornalista ha chiesto naturalmente cosa prevedesse per il futuro ma la risposta è stata elusiva: “Penso che abbiano raggiunto il loro picco ma non posso darle una data”.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti invece è stato chiaro: “Con una crescita inferiore alle attese, un debito che non scende può rappresentare un problema. Ma mi aspetto che la politica monetaria cambi presto di segno dopo che l'inflazione è precipitata per effetto del crollo dei prezzi dell'energia più che delle scelte di Francoforte. Se mi si chiede che cosa mi aspetto dal 2024, mi attendo prima di tutto l'avvio rapido di un percorso di discesa dei tassi, che ci offrirebbe margini non indifferenti" (recupera qui l'articolo sull'argomento). 

Tuttavia la Lagarde e anche i governi, sanno benissimo che l’inflazione è costruita da un paniere di beni e servizi che concorrono in media a determinarla, poi ognuna di questa voci ha un peso specifico diverso. Ad esempio, nel caso italiano, l’”inflazione alimentare” è molto superiore al valore medio e lo sanno gli italiani che si recano a fare la spesa, come l’”inflazione energetica” costa e pesa molto, tanto che il governo ha dovuto varare un sistema di bonus per i non abbienti.

Chi, nella classe media ha comprato ad esempio Btp indicizzati all’inflazione, vede un calo della sua cedola che però non si confronta appunto con l’inflazione con cui ha a che fare con la sua classe sociale, che sperimenta principalmente l’“inflazione da tazzina del caffè”.

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