Lavoro, nel '21 incassi d’oro per agenti di commercio, operai e... Classifica

Stipendi mensili tra i 2.300 e i 1.400 euro anche per i cuochi. Arrancano invece gli operatori di call center, segretarie e bariste con paghe sotto i 700 euro

Economia
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Nel 2021 cresce il divario salariale tra i settori. Per cuochi e camerieri la città più profittevole è Venezia 

L'Italia di certo non brilla per salari alti e meritocrazia. Molto spesso tra sforzo intellettuale e/o manuale e compenso economico vi è un abisso. Secondo infatti una nota di applavoro.it, riportata dall'agenzia stampa Dire, il nostro paese, a livello europeo, si colloca in una zona intermedia della classifica quanto a valore degli stipendi medi annuali. E di certo l'effetto pandemia non ha aiutato a migliorare la situazione: negli ultimi due anni il Covid ha finito per impattare pesantemente anche sul mondo del lavoro e di conseguenza sulle paghe mensili, alimentando il divario salariale tra i settori

Secondo infatti  l'ndagine condotta da applavoro.it, il portale che punta alla meritocrazia e mette in contatto domanda e offerta di lavoro, sugli stipendi mensili medi comunicati dagli iscritti alla piattaforma nell'anno 2021, si nota come alcuni settori sono rimasti altamente remunerativi grazie anche all'alta specializzazione e responsabilità, mentre altri invece continuano ad arrancare. 

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"Purtroppo dai nostri dati in possesso risulta ancora ben evidente un divario tra retribuzioni, misurato sulle medesime professioni ma in zone differenti del paese, spiega Marco Contemi imprenditore e fondatore del portale applavoro.it. "Questo dislivello agevola la creazione di situazioni lavorative sempre più svantaggiose, soprattutto in zone d'Italia dove scarseggia l'offerta di lavoro, e ci si ritrova quindi spesso costretti ad accettare condizioni non eque proprio per necessità e mancanza di alternative valide".

Tralasciando i ruoli dirigenziali e i professionisti, nel 2021 ancora una volta il settore che ha guadagnato di più stando ai dati di applavoro.it è stato quello commerciale/terziario con gli agenti di commercio a fare da apripista. Il loro stipendio medio mensile si è aggirato sui 2.300 euro. A seguire abbiamo gli operai specializzati con circa 1.450 euro. Non male nemmeno i cuochi che dopo un 2020 nerissimo con la chiusura delle attività, si sono rialzati lo scorso anno e sono ritornati agli stipendi medi dell'era pre-pandemia con circa 1.400 euro

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Ma, prosegue la nota, accanto a questi che sono stati i settori meglio retribuiti nel 2021 c'è anche la triste realtà di quelli meno retribuiti. All'ultimo posto troviamo gli operatori di call center, un lavoro che offre un fisso base e un guadagno extra a commissione e che molto spesso viene sottopagato rispetto alle ore lavorate. Lo stipendio medio per loro è stato di circa 750 euro al mese. Non è andata molto meglio alle segretarie o alle bariste che a stento sono riuscite a portarsi a casa 1.000 euro. Numeri che riflettono quello che è lo scenario nazionale dell'Italia dello scorso anno. Poi, come accade da decenni persiste il gap tra territori soprattutto del Nord e del Sud quanto a benessere lavorativo e stipendio medio.

Gli infermieri guadagnano di più a Napoli, gli impiegati a Milano, gli operai specializzati a Palermo 

Analizzando i dati ancora più nel dettaglio dei singoli settori divisi per località si è evidenziato ancora una volta come in alcune zone si viene retribuiti meglio per la medesima mansione. Si potrebbe dire ad esempio che chi lavora nel mondo della ristorazione come cuochi o camerieri, per loro Venezia risulta essere la provincia più profittevole con 1.600 euro di stipendio medio per i primi e 1.400 per i secondi. Per gli impiegati invece Milano è al top con circa 1.450 euro al mese. Ma le differenze non sono solo a favore delle città del Nord Italia. 

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Gli infermieri ad esempio, un settore molto richiesto soprattutto in quest'epoca storica risulta guadagnare di più a Napoli con circa 1.600 euro. Stesso discorso per gli operai specializzati che a Palermo hanno guadagnato addirittura 1.800 euro al mese, probabilmente dovuto ad una minore disponibilità di forza lavoro altamente specializzata sul territorio. 

Da questa analisi quindi -concludono da applavoro.it- si evince la forte discrepanza che esiste tra le varie categorie lavorative. Un deficit che potrebbe essere superato introducendo il salario minimo già adottato da diversi stati in Europa ma che di fatto è ancora utopia in Italia. 

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