"Le modifiche creano incertezza". Nuovo colpo al governo sul Pnrr

La nota dell'Ufficio parlamentare di bilancio rileva variabili incerte legate al Pnrr. Pil cresce (1%), così come l'industria e il numero di occupati

di Redazione Economia
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Upb, evoluzione del Pnrr amplifica l'incertezza 

L’economia italiana è soggetta a rischi su scala macroeconomica, nel complesso orientati al ribasso. Queste variabili sono di natura internazionale, in particolare al ciclo europeo e alla volatilità dei mercati delle materie prime. In Italia invece i fattori d’incertezza più rilevanti riguardano l’evoluzione del Pnrr, per il quale il Governo ha recentemente proposto alcune modifiche. Questo è il quadro generale che emerge dalla nota sulla congiuntura di agosto in cui l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha aggiornato le sue previsioni. Ecco le valutazioni di ogni area specifica: Pil, lavoro e salari, inflazione.

Pil, cresce del +1% nel 2023, +1,1% nel 2024

Nella nota si prevede una crescita dell’1% nel 2023, nonostante la battuta d’arresto del secondo trimestre (-0,3%) e dell’1,1% nel 2024. Rispetto a quanto stimato in primavera, in occasione dell'esercizio di validazione del Documento di economia e finanza 2023, si legge, l'Upb ha rivisto marginalmente (0,1 punti percentuali) al rialzo le attese per la crescita di quest'anno, poiché la sorpresa positiva sui dati del primo trimestre prevale su quella di segno opposto sul periodo successivo.

La previsione per il 2024 è stata invece corretta al ribasso (di 0,3 punti percentuali), per il deterioramento della domanda estera e delle condizioni finanziarie globali.

Upb, Lavoro: mercato più forte e salari in crescita

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Sul fronte lavoro, l’Upb rileva come i mesi invernali sono stati una fonte di rafforzamento per il mercato del lavoro italiano. Nel primo trimestre dell'anno sono aumentati sia le ore lavorate (1,3 per cento rispetto al quarto trimestre del 2022), con una crescita significativa nell'industria, sia il numero degli occupati (0,4 per cento).

Nel periodo aprile-giugno gli occupati sono aumentati a un ritmo analogo, al traino dell'occupazione permanente e autonoma. Vi hanno concorso quasi in pari misura le due componenti di genere, i giovani (15-34 anni) e la classe di età più elevata, anche per effetto della dinamica demografica. Il tasso di occupazione (15-64 anni), già nel primo trimestre sul valore massimo dal 2004 (60,9 per cento), è salito ulteriormente. 

Il divario tra domanda e offerta di lavoro nel primo trimestre, specifica l'Upb, è rimasto ampio nell'industria manifatturiera e nei servizi di mercato; nelle costruzioni il tasso di posti vacanti è invece diminuito, per la prima volta dalla crisi pandemica, tornando sui valori medi dello scorso anno.

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Le retribuzioni contrattuali orarie nel secondo trimestre di quest'anno sono aumentate del 2,7 per cento su base tendenziale (mezzo punto percentuale in più rispetto ai precedenti tre mesi), sostenute dal rialzo nel settore privato (al 2,1 per cento); la dinamica resta sostenuta (al 4,5 per cento) nel comparto pubblico, per via degli incrementi relativi a diversi rinnovi contrattuali per il triennio 2019-2021 (siglati dal maggio del 2022 e corrisposti nella seconda metà dell'anno).

Upb, inflazione: cala ma sale a due cifre il carrello spesa

In calo la componente di fondo dell'inflazione, ma gli aumenti del 'carrello della spesa' restano a due cifre. Prosegue il calo dell'inflazione avviato nei mesi precedenti, che si è esteso anche alla componente di fondo; restano peraltro elevate le pressioni sui prezzi dei beni alimentari e di alcuni servizi legati al turismo, si legge nel report.

L'inflazione (misurata dall'indice NIC) è scesa nel secondo trimestre di un punto e mezzo percentuale, al 7,4 per cento (dall'8,9 del trimestre precedente), in larga parte per la battuta d'arresto significativa della componente energetica oltre che dei beni alimentari, a fronte della sostanziale stabilità nei servizi. In luglio l'inflazione è ancora scesa al 6,0 per cento (dal 6,4 di giugno).

Il calo si differenzia nelle diverse aree geografiche italiane, con valori ancora sopra il sette per cento a giugno in Liguria, Toscana e Umbria, mentre in Basilicata sono sotto il quattro per cento. Il divario tra l'inflazione italiana e quella dell'area dell'euro resta positivo, circa un punto e mezzo nella media del trimestre scorso.

L'inflazione di fondo, che esclude gli energetici e gli alimentari freschi, diminuisce in luglio al 5,2 per cento (dal 5,6 di giugno) sulla spinta dei ribassi dei prezzi dei trasporti e delle utenze dell'acqua ed elettricità. Le attese di inflazione rilevate nelle inchieste sulla fiducia dell'Istat continuano a prefigurare un'attenuazione delle spinte inflazionistiche.

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