Legge di Bilancio, serve prudenza. Giorgetti trema: "Speriamo non la boccino"

Urge spending review da almeno tre miliardi. In attesa del giudizio di S&P che arriverà il 20 ottobre

di Redazione Economia
Giancarlo Giorgetti
Economia

Legge di Bilancio, l'Italia teme l'Europa

Una Legge di Bilancio che non supererà i 23 miliardi di euro, di cui due terzi rappresentano un disavanzo, con l'unico obiettivo prioritario di sostenere i redditi che sono stati erosi dall'aumento dei prezzi. La proposta prevede la conferma delle agevolazioni fiscali per i salari fino a 35.000 euro, la fusione delle prime due aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) al 23%, una destinazione di tre miliardi di euro per il rinnovo dei contratti pubblici e due miliardi di euro per il settore sanitario. Attualmente, Giancarlo Giorgetti sta comunicando a tutti i ministri che non c'è spazio per ulteriori spese. Il Consiglio dei ministri è programmato per lunedì mattina, e l'ansia sta crescendo all'interno della maggioranza politica. Forza Italia sta spingendo per evitare ulteriori riduzioni degli adeguamenti delle pensioni più alte e l'incremento delle imposte di successione, secondo quanto riportato da La Stampa.

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Ci sono tensioni all'interno della Lega e di Fratelli d'Italia riguardo alla possibilità di eliminare le agevolazioni fiscali per i redditi più elevati e c'è chi desidererebbe prorogare ulteriormente i benefici per coloro che hanno avviato il processo per ottenere il superbonus al 110%. In sintesi, fino all'ultimo momento, la composizione delle entrate e delle riduzioni potrebbe contenere delle sorprese. La ragione di ciò è che si tratta del passaggio politico più delicato, che investitori e agenzie di rating osserveranno con grande attenzione. La prima verifica avverrà la prossima settimana, il 20 ottobre, quando Standard and Poor's aggiornare il rating di credito dell'Italia. Per evitare reazioni sproporzionate nei media, Giorgia Meloni e il ministro del Tesoro stanno prendendo tutte le precauzioni possibili. In particolare, la decontribuzione e la riduzione dell'Irpef saranno finanziati solo per il 2024.

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Potrebbero esserci modifiche minori alle regole sul pensionamento delle donne, che hanno un costo limitato, ma potrebbero essere incluse in un provvedimento collegato. Giorgetti, in accordo con Meloni, ha respinto categoricamente tutte le richieste di amnistia o rinvio per le tasse non pagate. Al massimo, se ci sarà spazio, il Parlamento potrà apportare modifiche alle scadenze fiscali. Attualmente, i tecnici stanno redigendo il Piano di Bilancio da inviare lunedì alla Commissione europea, e in questo documento, i dati principali che supportano la manovra dovranno essere chiari. Le riduzioni della spesa potrebbero raggiungere i tre miliardi di euro e dovranno essere credibili.

Il Bilancio includerà una nuova tassa globale sulle multinazionali del web, mentre rimangono in discussione le agevolazioni fiscali e l'imposta di successione. Riguardo alle prime, il ministro de facto delle Finanze, Maurizio Leo, ha dichiarato pubblicamente che la possibilità di rivedere le cosiddette spese fiscali è stata messa da parte, ma una fonte governativa di alto livello afferma che sarà necessario effettuare tagli per garantire il pareggio di bilancio. I tagli riguarderanno soprattutto i redditi superiori a 120.000 euro, con la possibilità di un taglio più significativo rispetto all'attuale. Lo stesso si applica all'imposta di successione, con misure limitate che coinvolgeranno solo gli eredi di terzo grado, ma che avranno un forte valore simbolico e dimostreranno l'impegno a coprire un terzo del bilancio che non sarà finanziato con il disavanzo. Su molte altre questioni, il governo sta prendendo tempo, e ciò è dimostrato dal fatto che passeranno probabilmente altre dieci giorni tra l'invio della bozza con i dati principali a Bruxelles e la presentazione del Bilancio in Parlamento.

Se la situazione dovesse peggiorare, il governo ha un piano di riserva pronto. Giorgetti ha dichiarato nei giorni scorsi in modo conciso: "Speriamo di non dover rivedere la manovra". La prima incognita riguarda le agenzie di rating. Il ministro della Lega spera che gli investitori comprendano che l'obiettivo principale è sostenere i redditi e la domanda interna, con l'obiettivo di favorire la crescita, che è l'unico antidoto al crescente debito. La seconda incognita riguarda i conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente. Durante l'ultimo incontro con la maggioranza, Meloni si è mostrata preoccupata per l'aumento dei prezzi del petrolio e del gas nei mercati internazionali, che potrebbero avere impatti negativi sull'inflazione. Tuttavia, i rischi non derivano solo dalle incertezze economiche sui mercati, ma anche da ipotesi di azioni russe dietro a eventi come il recente guasto al gasdotto tra Finlandia e Lituania, con il timore di nuovi eventi che potrebbero influenzare i prezzi nei mercati internazionali dell'energia.

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