Lo chef Perbellini lascia il Cda del "ristorante" di Trussardi
Lo chef bistellato si dimette dal Cda della Pontaccio, società dedicata alla gestione della ristorazione del gruppo Trussardi
Trussardi, lo chef bistellato Perbellini lascia il board della Pontaccio
Perbellini lascia il Cda del “ristorante” di Trussardi. Lo chef veronese bistellato, numero uno della cucina del ristorante Trussardi accanto alla Scala di Milano, si è dimesso dal Cda della Pontaccio, la Srl della maison di moda dedicata alla ristorazione.
La notizia arriva con poco ritardo rispetto alle voci di forte crisi finanziaria (si parla di un indebitamente di oltre 50 mln) del gruppo di moda. Come scrive il Corriere, sono in molti a chiedersi se il ristorante di fine dining al primo piano e il caffè con bistrot al piano terra, aperti da pochissimo dopo una lunga e impegnativa ristrutturazione dentro Palazzo Trussardi, rischiano già di chiudere a causa delle vicissitudini finanziarie della casa di moda?
A dare una spiegazione è proprio lo chef Perbellini. “Mi sono dimesso come atto dovuto”, dice. “Non essendoci più l’amministratore delegato della Pontaccio, io non avevo potere di firma per poter pagare gli stipendi dei dipendenti. Le dimissioni sono state una necessità tecnica”.
Spiegano in altre parole dall’entourage di Perbellini: “Oggi hanno nominato amministratore unico della Trussardi Angelo Rodolfi, incaricato della ristrutturazione aziendale. Con le dimissioni dello chef, ora c’è Rodolfi alla guida anche della Pontaccio. In questo modo la gestione della ristorazione può andare avanti come prima”.
Del resto, continua Giancarlo Perbellini, la sua volontà è quella di proseguire con l’attività milanese. “Al momento non c’è alcuna mia volontà di andarmene né il ristorante sta per chiudere”, spiega. Non è semplice ma su Milano abbiamo investito e qui voglio rimanere. Con le dinamiche societarie noi non c’entriamo nulla, io continuo a seguire la cucina del ristorante e a fare lo chef. Noi oggi ci siamo”. Certo è che quando sarà conclusa l’operazione di vendita — tre sarebbero al momento le aziende interessate a rilevare Trussardi — gli scenari aperti sono tanti.