Manovra da 22 miliardi: 15 al cuneo, 3 alla sanità. Taglio Irpef un solo anno
Extra deficit ai ceti deboli, lite sulla successione allargata. La riforma fiscale: da 4 a 3 aliquote Irpef. In pensione più tardi, fino a un anno dopo
Ecco la manovra: 15 miliardi al cuneo. Taglio all'Irpef ma per un solo anno
Il governo si prepara a varare la legge di bilancio, attesa lunedì mattina in Consiglio dei ministri assieme al documento programmatico e al Dl fiscale. Critici Cgil e Uil, che parlano di risorse insufficienti per i contratti del pubblico impiego e nessuna misura sulle pensioni, soddisfatta invece la Cisl per la conferma delle misure sul cuneo. Come spiega Repubblica, "Forza Italia dice no all’estensione della tassa sull’eredità", mentre il taglio all'irpef sarà "per un solo anno".
Con l'ampliamento dello spazio di deficit di 15,7 miliardi l'esecutivo punta a finanziare i due provvedimenti più rilevanti della legge di bilancio: riduzione delle tasse per i redditi medio bassi attraverso la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo, dovrebbe impegnare tra 9 e 10 miliardi, e l’anticipo della riforma dell’Irpef prevista dalla Delega fiscale, che potrebbe valere altri 5 miliardi. La combinazione di queste due misure dovrebbe lasciare nelle buste paga dei lavoratori dipendenti tra 60 e 100 euro al mese. La priorità, spiega il governo, è "contrastare gli effetti negativi dell’inflazione".
Spazio anche a delle misure per la famiglia, con incentivi per la natalità e le donne lavoratrici. Dovrebbero esserci 5 miliardi per i rinnovi dei contratti della Pa scaduti da tempo. Altri 3 miliardi potrebbero essere ad appannaggio del comparto sanitario. Appare limitato invece l'intervento sulle pensioni. L'importo finale della manovra potrebbe aggirarsi attorno ai 22/23 miliardi di euro.
Possibile trovi spazio anche un primo finanziamento per l'avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto. Il vice premier Matteo Salvini assicura: "Lunedì avremo nella legge di bilancio la copertura economica necessaria". Il costo complessivo dell'opera oscilla tra i 12 e i 16 miliardi a seconda delle diverse simulazioni. Il governo ha incontrato le parti sociali, oltre 30 sigle tra sindacati e associazioni datoriali. L'esecutivo - rappresentato dai ministri Giancarlo Giorgetti, Marina Calderone, dal viceministro Maurizio Leo e dal sottosegretario Alfredo Mantovano - parla di uno "scambio di vedute che si è svolto in un clima proficuo e costruttivo". Il giudizio delle parti sociali, incontrate dall'esecutivo in serata, è diversificato: c'è chi apprezza la conferma del provvedimento sul cuneo pur chiedendo diventi strutturale e chi domanda maggiori risorse su sanità e contratti ed un intervento pensioni. Cgil e Uil hanno espresso le maggiori perplessità, la prossima settimana riuniranno gli organi di vertice per ragionare su come portare avanti la mobilitazione.
Da 4 a 3 aliquote Irpef: si andrà in pensione fino a un anno dopo
Il Corriere della Sera si concentra sulle pensioni: "Con il governo a caccia di risorse per la manovra 2024 che arriverà lunedì in consiglio dei ministri, spunta l’ipotesi di un allungamento delle «finestre» di pensionamento. Cioè del periodo di attesa tra il raggiungimento dei requisiti per la pensione e il pagamento del primo assegno. La misura riguarderebbe le pensioni anticipate, quelle che si ottengono con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall’età. Oggi la «finestra» è di tre mesi. Nel 2024 salirebbe a sei mesi, nel 2025 a 9 e nel 2026 a 12. Il primo anno lo Stato risparmierebbe circa un miliardo, a regime quattro miliardi. Per ora si tratta di un’ipotesi tecnica, ma con molte più chance di entrare in manovra rispetto a una nuova stretta sulla perequazione (adeguamento al costo della vita)".