Marelli chiude lo stabilimento di Crevalcore: a rischio 229 dipendenti
L'azienda "ha evidenziato una serie di problematiche critiche per la sua sostenibilità, come la contrazione dei volumi"
Marelli: chiude impianto Crevalcore, impiega 229 dipendenti
La continuazione dell’attività presso lo stabilimento di Crevalcore, che impiega 229 dipendenti nella produzione di componenti in plastica e fusione/lavorazione di componenti in alluminio per soli motori endotermici, "è insostenibile". Lo ha annunciato Marelli ai sindacati, precisando che "è previsto che l’attuale produzione del reparto plastica venga trasferita nello stabilimento di Bari e che la rimanente produzione del reparto alluminio, non competitiva anche per i costi dell’energia, venga esternalizzata". Lo stabillimento era stato inaugurato sei anni fa dall'allora premier Paolo Gentiloni.
Nel dettaglio, riferisce una nota diffusa dall'azienda al termine dell'incontro con le rappresentanze dei lavoratori, "l’azienda ha evidenziato una serie di problematiche critiche per la sua sostenibilità, come la contrazione dei volumi legati ai motori a combustione, l’aumento dei costi di materie prime ed energia solo in parte compensati da possibili adeguamenti di prezzo e la mancanza di nuove commesse legata alla diminuzione di investimenti dei player di settore nell’endotermico. L’effetto di questi elementi si è tradotto, per lo stabilimento di Crevalcore, in una contrazione del fatturato dal 2017 ad oggi pari a oltre il 30% e a una perdita costante in termini di profittabilità. Nei prossimi anni i trend di mercato mostrano un ulteriore calo volumi per lo stabilimento, con contrazione addizionale del fatturato del 50% e conseguente saturazione delle unità produttive non superiore al 30% della capacità già dal 2025. In aggiunta a questo calo di volumi, la struttura dei costi dello stabilimento è ulteriormente aggravata dai costi dell’energia e dal loro impatto sul reparto di fonderia".
Marelli, prosegue il comunicato, "ha svolto un’approfondita analisi riguardo la possibilità di garantire la missione produttiva dello stabilimento di Crevalcore e la conclusione è che la continuazione dell’attività è insostenibile. È previsto che l’attuale produzione del reparto plastica venga trasferita nello stabilimento di Bari e che la rimanente produzione del reparto alluminio, non competitiva anche per i costi dell’energia, venga esternalizzata".
Per queste ragioni, si legge ancora nella nota di Marelli, "l’azienda ha iniziato un dialogo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni per individuare la migliore soluzione possibile per tale situazione, portando avanti un’attività proattiva di esplorazione di diversi scenari per minimizzare l’impatto per i lavoratori. L’azienda tiene in considerazione seriamente la propria responsabilità sociale ed è pienamente impegnata a raggiugere la soluzione più equilibrata e socialmente sostenibile insieme alle organizzazioni sindacali".
Riguardo tutti gli altri stabilimenti, conclude la nota, "la situazione è quella descritta nell’incontro del 27 giugno scorso. L’Italia rimane un paese strategico per Marelli, in quanto l’azienda lo considera un centro di rilievo in ambito ingegneria e ricerca e sviluppo, così come un importante polo produttivo. Coerentemente con ciò, Marelli conferma l’implementazione del piano di investimenti già presentato alle organizzazioni sindacali, che porta gli investimenti complessivi di Marelli in Italia negli ultimi due anni a circa 150 milioni di euro".