Mia, 2 anni di sgravi fiscali per chi assume percettori del Reddito occupabili

I sindacati e le opposizioni insorgono: "Così non si combatte la povertà". "E' semplicemente un sussidio dimezzato, non risolve il problema"

Economia

Reddito di cittadinanza, addio al vecchio sussidio. Ecco cosa cambia

Il Reddito di Cittadinanza sta per sparire, al suo posto arriverà la Mia (misura di inclusione attiva), ci sta la vorando la ministra del Lavoro Calderone e presto a Palazzo Chigi arriverà la prima bozza del nuovo provvedimento. Importi più bassi e per meno tempo. Stretta su abusi e controlli più rigorosi. Patti personalizzati per tornare a lavorare e percorsi di inclusione sociale per chi non è occupabile. E incentivi alle imprese. Il cantiere del nuovo reddito di cittadinanza - si legge sul Corriere della Sera - è aperto. Partirà dal primo settembre 2023 e sostituirà del tutto il sostegno ideato dal governo Cinque Stelle-Lega nel 2019. Il ministero del Lavoro precisa che "si tratta di una materia che necessita di un approfondito confronto tecnico con altri ministeri, Regioni, Comuni ed enti competenti" e che "è al lavoro per portare il provvedimento all’esame del Consiglio dei ministri".

Ma molte cose - prosegue il Corriere - sono già definite. A partire dal tetto minimo dell’Isee per beneficiarne, che scenderebbe dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro, riducendo la platea dei beneficiari, oggi quasi 2,5 milioni di persone. Arriva poi la distinzione tra non occupabili e occupabili con questi ultimi che avranno importi mensili più bassi, circa 375 euro anziché 500 euro, e per solo 12 mesi anziché 18. E saranno obbligati ad accettare la prima offerta di lavoro «congrua» (comunque vicino casa) pena la decadenza del beneficio. Sono previsti incentivi anche per il datore di lavoro che assume, a tempo determinato o indeterminato, il percettore della Mia, con il 100% dell’esonero contributivo fino a 24 mesi (12 in caso di assunzione part time o stagionale). Viene ridotta a 5 anni (da 10) la permanenza minima in Italia necessaria per ottenere il beneficio. I sindacati e le opposizioni insorgono. Cisl: "Così non si combatte la povertà". M5s: "E' semplicemente un sussidio dimezzato, non risolve il problema".

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