Mps, l'assemblea ordinaria del 20 aprile sarà a porte chiuse
Gli azionisti non potranno partecipare. Una fonte ad Affaritaliani.it: "Viviamo un'autentica ingiustizia"
Mps, l'assemblea del 20 aprile sarà a porte chiuse
Mps convoca l’assemblea ordinaria per il prossimo 20 aprile. Non si tratta di un incontro di poco conto perché, oltre a dover approvare il bilancio 2022, l’organo consultivo è chiamato a varare la nomina del nuovo consiglio di amministrazione per il triennio 2023-2025. Ma c’è un dettaglio che a qualcuno non è piaciuto: l’assemblea si terrà a porte chiuse, diversamente da quella in cui si è dato il via libera al maxi-aumento di capitale da 2,5 miliardi che ha permesso alla banca più antica del mondo di superare l’ennesimo momento di crisi.
Nella nota di convocazione dell’assemblea, dunque, si legge che “non è consentita agli Azionisti la partecipazione fisica o mediante sistemi di audioconferenza ai lavori assembleari”. Appunto, le porte chiuse. Azionisti del Monte, contattati da Affaritaliani.it, hanno commentato in maniera lapidaria: “Viviamo un’autentica ingiustizia. È una vergogna”. Perché? Perché la partecipazione in assemblea avrebbe permesso agli azionisti, probabilmente, di chiedere conto di alcune vicende.
I punti sono soprattutto due: una volta insediato il nuovo consiglio di amministrazione, che – come si apprende - rimarrà composto da 15 membri, bisognerà capire che cosa fare con le richieste risarcitorie. Luigi Lovaglio ha messo ordine nel mare magnum, provando a capire chi e come dovesse essere rimborsate. Ieri, come ha riportato Affaritaliani.it, la procura di Milano ha emesso un avviso di rinvio a giudizio per i manager del periodo 2012-2015.
L’altro tema che probabilmente sarebbe emerso in assemblea è quello che riguarda il futuro della banca. Posto che Banco Bpm, che è presieduto proprio da Massimo Tononi, ha negato a più riprese l’interessamento all’istituto senese, risulta anche che il governo abbia individuato nell’istituto in Piazza Meda il partner ideale. Si tratta di un matrimonio possibile? Verrà usata la moral suasion? O si troveranno altri partner? C’è da capire che cosa vuole fare Unicredit, che però al momento si è chiamata fuori.
L’ottavo aumento di capitale sarebbe impensabile, visto che la banca è ben capitalizzata e perché il segnale che arriverebbe al mercato sarebbe clamoroso. Stand alone? L’Europa sembra essere ben disposta, dopo aver fatto uscire l’istituto dalla blacklist, a concedere più tempo per risolvere la situazione. Giorgia Meloni sogna di riuscire a vincere la partita nella banca “rossa” per antonomasia.