Politica

'Ndrangheta Emilia, Gasparri: "Fuori le carte di Pennisi sui rapporti clan-Sx"

di Antonio Amorosi

Dopo le parole dell'ex Pm ed esperto di ‘ndrangheta Pennisi: "Mi impedirono di indagare sui rapporti clan-Sx", Gasparri ad Affari: "C'è un documento"

Gasparri (FI): “La superiorità morale della sinistra è un falso storico di questo Paese. Tirate fuori le carte di Pennisi sui rapporti tra ‘ndrangheta e sinistra”. Intervista 

In queste ore l’ex pm Roberto Pennisi, per anni alla Procura nazionale antimafia e riconosciuto esperto di ‘ndrangheta, ha raccontato che alcuni suoi colleghi in magistratura non hanno voluto indagare i rapporti tra criminalità organizzata e potere politico in Emilia. La ‘ndrangheta è presente e radicata in Emilia dagli anni ‘80, mafia e camorra anche da prima. Basti pensare che per anni alle elezioni del sindaco di Reggio Emilia i candidati attaccavano i manifesti elettorali anche a Cutro, una delle capitali della ‘ndrangheta. E che i politici emiliani facessero a gara per partecipare alla processione del Santissimo Crocefisso, un evento simbolico di grande importanza per il clan Grande Aracri, egemone in Emilia.

Nei 2 anni trascorsi a Bologna, a occuparsi dell'inchiesta Aemilia, Pennisi non potè avanzare indagini su sinistra e coop. Ora però ci sarebbe una relazione, presentata dallo stesso Pennisi alla Procura generale della Cassazione che rivela gli aspetti più dettagliati della mancata indagine e dei legami tra ‘ndrangheta e potere della sinistra

Onorevole Gasparri, ci chiediamo perché questa relazione di non possa essere resa pubblica o rivelata!?

“Io ho fatto una domanda, ho fatto un’interrogazione, per cui… spero che mi rispondano. Purtroppo l’intreccio tra la sinistra e la magistratura è uno dei problemi drammatici di questo Paese. Io denuncio vicende di questa natura da anni ma purtroppo c’è una cappa che grava, ci sono ingiustizie che si consumano e io spero che essendoci Nordio (ministro delle Giustizia, ndr) mi rispondano. Posso fare domande sperando di avere risposte. Finora non ne ho avute. L’istruttoria si era svolta, i documenti circolavano e io li voglio acquisire ufficialmente nella risposta all’interrogazione, non posso fare altro”

Già nel libro Coop connection ho raccontato le critiche di Pennisi, ma nessuno ha voluto approfondire. A quando risale la sua interrogazione?

“A questa settimana”

Pensa che si possa finalmente fare luce sul rapporto tra criminalità organizzata e sinistra?

“Guardi, hanno perseguitato persone sbagliate e quelle giuste forse sono state risparmiate. C’è una ragione politica, dietro tutto questo? Temo di sì, spero di no perché vorrei che non fosse così. Se la sono presa con Giovanni Bernini e Giuseppe Pagliani (rispettivamente assessore della giunta di centro destra di Parma e capogruppo per Forza Italia a Reggio Emilia, entrambi assolti dopo procedimenti molto pesanti, ndr) gli altri invece che dovrebbero spiegare le loro condotte nessuno li ha disturbati. Il vantaggio politico della sinistra per l’uso politico della giustizia da parte dei settori della sinistra giudiziaria è un dato di fatto. Io combatto queste cose però purtroppo, a volte, mi trovo quasi solitario. Ma io insisto e non demordo quindi spero che…”

Il fatto che anche la strada per arrivare a Reggio Emilia si chiami “Città di Cutro” non ha destato sospetti in nessuno?

“Ci sono persone che andavano messe al centro dell’azione investigativa e non è stato fatto. Le parole di Pennisi sono abbastanza chiare. Questi documenti... chi li ha li tiri fuori! Io insisterò, non mollo la situazione. Sarò determinato e mi rivolgerò anche a Nordio dandogli il tempo di rispondere. Se non dovesse rispondere ci andrò a parlare”

Secondo lei questa presunta superiorità morale della sinistra, soprattutto in relazione al mito dell’Emilia come territorio diverso dal resto d’Italia, è stata costruita anche grazie a queste opacità?

“Ma non c’è dubbio. C’è stata l’impunità della sinistra a livello giudiziario che ha favorito appunto questo mito, come lo chiama lei, della superiorità morale che è uno dei falsi storici di questo Paese. Se uno pensa cosa è stato fatto a Berlusconi! E’ stato deviato il corso della democrazia in Italia con gli attacchi che ha dovuto subire, cancellando il voto popolare. E’ stato un colpo di Stato permanente della sinistra giudiziaria in questo Paese. La cosa più grave è che troppi hanno ignorato e sopportato”