Mps, nell'udienza preliminare 5.000 richieste di costituzione di parte civile

A Milano coinvolti Profumo, Tononi, Viola, Betunio, imputati a vario titolo per false comunicazioni sociali, falso in prospetto e manipolazione del mercato

di Redazione Economia
Monte dei Paschi di Siena
Economia

Mps, oltre 5.000 tra imprese e privati si costituiscono parti civili

L’udienza preliminare a Milano su Mps apre un nuovo potenziale problema per la banca più antica del mondo. La quale, dopo aver chiuso positivamente il primo trimestre, con un utile superiore alle attese degli analisti, ora si trova a far fronte a un nuovo filone: si sono costituiti parte civile oltre 5.000 tra privati e aziende, mentre hanno scelto di non farlo sia la Consob che la stessa banca. Nel nuovo processo possono richiedere il risarcimento tutti coloro hanno acquistato azioni e/o obbligazioni emesse da Banca MPS e che possono dimostrare il possesso delle azioni nel periodo che va da giugno 2014 (anche se acquistate prima del 2014), e sino a luglio 2016 (anche se vendute prima del luglio 2016 o se detenute oltre il predetto mese).

Ricordiamo che l’udienza preliminare vede coinvolti gli ex presidenti Alessandro Profumo e Massimo Tononi, l’ex ad Fabrizio Viola e l’ex dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili Arturo Betunio. I quattro sono imputati, a vario titolo, per false comunicazioni sociali, falso in prospetto e manipolazione del mercato per la redazione dei bilanci del 2014 e del 2015 e per la relazione semestrale del 2016.

I manager si difendono sia perché dichiarano di non aver commesso nulla di illecito, sia perché fanno leva sull’assoluzione di altri due imputati eccellenti: l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex-DG Antonio Vigni. L’accusa è quella di falsa contabilizzazione per le operazioni Santorini e Alexandria, che la sentenza ha stabilito non fossero strumenti derivati.

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Il punto, però, è che se si affollano 5.000 richieste di risarcimento, che si vanno a sommare a quelle già in essere, è facile pensare che prima o poi qualcuno chiederà a Mps, anche solo in via prudenziale, di accantonare qualcosa per il cosiddetto “petitum”, cioè le richieste preliminari. Fino ad ora la banca ha scelto di non farlo, perché è sicura di non aver commesso nulla di illecito e, di conseguenza, di non aver grandi cifre da rimborsare. 

Ma se così non dovesse essere? Se il Tribunale di Milano dovesse scegliere una diversa interpretazione nelle udienze che si terranno a partire dalla metà di giugno? In quel caso la situazione potrebbe complicarsi. Infine, c’è un po’ di preoccupazione per quanto riguarda gli Npl: che cosa succederà nei mesi a venire? Nessuno può saperlo con certezza, ma il contesto economico suggerisce che qualche difficoltà in più potrebbe profilarsi all’orizzonte. E anche in quel caso potrebbe rendersi necessario qualche “prudenza” di bilancio in più.

Gli esuberi hanno ridotto del 20% il costo del personale e per questo motivo il bilancio si è chiuso in maniera estremamente positiva. L’obiettivo del piano industriale è di arrivare a un utile di esercizio di circa 700 milioni nel 2024. Non a caso, anche il Mef sembra poter attendere 12 mesi prima di cedere le sue quote di Mps, o almeno una parte per scendere sotto il 50%. Si vedrà, insomma, ma i prossimi mesi saranno decisivi. 

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