Politica
Il pasticcio Rovelli-Levi-Crosetto, un'imbarazzante vicenda all'italiana
Prima l'invito di Levi a Rovelli, poi il dietrofront per evitare problemi con il ministro Crosetto e, infine, l'imbarazzante invito rinnovato
Il pasticcio Rovelli-Levi-Crosetto. Meloni intervenga per evitare nuove situazioni imbarazzanti
La vicenda surreale - meglio nota come “pasticcio Rovelli-Levi-Crosetto” - è un caso tipico di approssimazione all’italiana. Ieri era arrivata una dichiarazione del Commissario straordinario del governo per la partecipazione dell’Italia alla Fiera del Libro di Francoforte Ricardo Franco Levi che ritirava l’invito al fisico Carlo Rovelli a partecipare alla Fiera del libro di Francoforte.
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Questo l’incipit wagneriano della missiva: “Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera. Con grande pena ma senza infingimenti”. Sembra una enciclica papale ed invece è solo l’ennesimo caso di eccesso di zelo non richiesto tipico dei burocrati italiani. Ma riavvolgiamo il nastro.
Levi aveva invitato tempo fa Rovelli a tenere una delle evitabilissime e noiosissime “lectio magistralis” sui buchi neri, bianchi e pare perfino gialli che adornano il nostro universo, roba da fare invidia alla Schlein e alla sua armocromista. Tutto bene fino al 1° maggio quando quel birbaccione di Rovelli dal palco del concertone non attacca il governo sulla guerra e in particolare Guido Crosetto, ministro della Difesa a cui dà in pratica del piazzista di armi.
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Crosetto invece che incazzarsi sorride bonario e lo invita a pranzo. Invito prontamente rifiutato dallo spocchioso erede di Zichichi. Ricardo Levi che è stato nominato da Mario Draghi alla cadrega ci tiene e teme che Rovelli ne combini un’altra delle sue mettendo in crisi il governo che potrebbe chiedergliene il conto. E allora detto fatto. Per evitare guai, sembra di sua iniziativa, scrive la lettera che il prof, rende subito nota cominciando a fare la lagna.