Nomine, Cingolani incompatibile con l'incarico di ad di Leonardo. Che tegola!

Fino a fine ottobre l'ex ministro non potrà coprire quell'incarico, c'è una legge del 1953 che glielo impedisce: ora è corsa al cavillo per superarla

Economia

Nomine, Cingolani e il conflitto di interessi: il caso Leonardo

Il governo ha trovato l'intesa sulle nomine delle cinque principali partecipate di Stato. Ma neanche il tempo di comunicare i nomi che scoppia il caso Roberto Cingolani. La sua nomina come ad di Leonardo è in stand-by perché una legge del 1953 gli impedisce di ricoprire quell'incarico. Alla fine - si legge sul Fatto Quotidiano - si troverà un cavillo o si farà semplicemente finta di niente, non sarebbe certo la prima volta: prima Giuseppe Vegas e poi Paolo Savona sono passati dal governo alla guida della Consob, l’Autorità di controllo sulla Borsa, senza fermarsi neanche un minuto. Resta però che, secondo la legge, Roberto Cingolani sarebbe incompatibile col suo nuovo altissimo incarico in Leonardo almeno fino a fine ottobre.

La legge, per la precisione, è la numero 60 del 1953, che si occupa delle incompatibilità parlamentari e, incidentalmente, le estende ai ministri per la durata di un anno dalla cessazione dell'incarico. A questa norma, - prosegue il Fatto - in un articolo, rinvia anche l’assai più blanda “legge Frattini” del 2004 sul conflitto di interessi. Tradotto: un ministro è incompatibile per un anno da quando lascia il governo con un incarico in società la cui nomina sia appannaggio del governo. Nel caso di scuola, significa che Cingolani è incompatibile fino a fine ottobre 2023, cioè un anno dopo l’entrata in carica del governo Meloni. Della cosa dovrebbe occuparsi l’Antitrust: difficile decida di mettere i bastoni tra le ruote a Meloni e soci.

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