Corporate - Il giornale delle imprese
Nespresso: l'impegno per la parità di genere
Simona Liguoro racconta le iniziative di Nespresso volte a creare un ambiente di lavoro inclusivo incentrato sulle pari opportunità
Nespresso è la prima azienda del caffè in Italia ad ottenere la Certificazione per la Parità di Genere
L'impegno di Nespresso a favore dell'uguaglianza non solo di genere, ma oltre il genere, si concretizza nel raggiungimento di un importante riconoscimento, che testimonia il desiderio e la spinta verso il cambiamento. Nespresso è infatti la prima azienda del caffè a ricevere la Certificazione della Parità di Genere UNI/PDR 125:2022, la norma che ha l’obiettivo di fornire linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere. Il riconoscimento è stato conferito al termine di un percorso di valutazione condotto da Bureau Veritas, leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica di conformità e certificazione, che ha analizzato sei macroaree chiave per il raggiungimento della certificazione da parte di Nespresso: cultura e strategia, governance, processi del personale (HR), opportunità di crescita in azienda neutrali per genere, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Come rivelato da Simona Liguoro, Direttrice HR di Nespresso Italiana, l'azienda ha raggiunto e superato i target richiesti dalla certificazione in tutte le macroaree. Diverse sono le iniziative che dimostrano il desiderio nel creare un ambiente di lavoro inclusivo e incentrato sulle pari opportunità, considerando anche la presenza in azienda del 67% di dipendenti donna. L'obiettivo è offrire sostegno a tutti i membri del team di lavoro, privilegiando le politiche di gender equity e abbattendo il gender pay gap.
L'intervista di affaritaliani.it a Simona Liguoro, Direttrice HR di Nespresso Italia
Nespresso ha recentemente ottenuto la Certificazione della Parità di Genere UNI/PDR 125 per il proprio impegno nel favorire le pari opportunità all’interno dell’azienda. Cosa rappresenta per Nespresso questo importante traguardo?
"La certificazione ottenuta rappresenta per noi un grandissimo orgoglio, soprattutto considerando l’importanza, per noi di Nespresso, della parità di genere, un aspetto su cui abbiamo iniziato a lavorare ormai tre anni fa. La certificazione arriva dopo un percorso di crescita, sviluppo e miglioramento continuo, ed un traguardo importantissimo per tutta l’azienda. Insieme a Bureau Veritas, abbiamo affrontato un viaggio di vera scoperta che ci ha dato anche i parametri più corretti per valutare quanto effettivamente siamo riusciti a realizzare fin qui e quanto già fossimo sulla strada giusta, con le giuste attività e i progetti per le nostre persone".
"Abbiamo scoperto che eravamo andati esattamente nella direzione che volevamo, e alla fine che tutti i parametri da misurare erano stati raggiunti al 100%. Siamo la prima azienda del caffè ad essere certificata: questo per noi è l’inizio di un nuovo viaggio, un punto importante che siamo orgogliosi di aver raggiunto e anche un punto di partenza per fare ancora tanto".
Quali sono stati gli step che hanno permesso il raggiungimento della Certificazione?
"Per raggiungere l’obiettivo abbiamo dovuto lavorare su due grandi aree, a livello culturale e a livello pratico. Il primo aspetto fondamentale è quello che riguarda la cultura, il bisogno di puntare su un cambiamento che interessasse il mindset e la cultura delle persone prima di tutto. Spesso non si riesce ancora ad individuare le discriminazioni, anche piccole, di tutti i giorni, che avvengono sia fuori che dentro l’ambiente lavorativo. Quello che abbiamo fatto è stato attivare una serie di iniziative e progetti che potesse aiutare tutti e tutte a comprendere aspetti a cui semplicemente non si era mai pensato, e abituare a pensare in modo inclusivo e oltre i generi: dalle newsletter ai workshop con femministi e femministe italiane importanti, all'uso del linguaggio inclusivo in ogni mail e comunicazione interna. Quello che all'inizio sembrava insolito, come l'uso di schwa e asterisco nel nostro linguaggio, oggi viene utilizzato nel 99% delle email che circolano".
"Dall’altra parte, ci siamo concentrati sull’aspetto pratico: pur avendo infatti un buon livello di equità generale, ad esempio in alcune aree specifiche dell’azienda c’era una maggioranza di uomini rispetto alle donne, almeno per la parte manageriale. Era necessario ribilanciare il numero delle persone, in modo tale da arrivare al 50% di uomini e 50% di donne, come è oggi Nespresso anche per quanto riguarda la nostra dirigenza".
"E poi abbiamo iniziato a lavorare anche dal punto di vista esterno. Un esempio? Abbiamo deciso di non partecipare a manel, ovvero panel esclusivamente o a maggioranza maschile. In questo caso, quello che facciamo quando ci invitano per eventi e tavole rotonde, è chiedere chi ci sarà e verificare la distribuzione di genere. A quel punto, se ci rendiamo conto che si tratta di un manel, decidiamo di spiegare il perchè non vogliamo partecipare. Spesso abbiamo trovato organizzazioni che hanno compreso il nostro approccio e magari riequilibrato le partecipazioni".
Un’altra dimostrazione dell’impegno di Nespresso verso la parità di genere arriva dal lancio del primo Manifesto di Parità oltre i generi, di cosa si tratta esattamente?
"Il nostro manifesto può essere considerato come l’elenco e la summa di tutte le cose che abbiamo messo in atto concretamente negli ultimi anni. Non è una lista di obiettivi per cui ci impegniamo per il futuro, ma un insieme di cose che facciamo tutti i giorni per assicurare l’equità. Partendo dal gender pay gap, che da noi è inferiore all’1%, adesso siamo arrivati dopo due anni ad avere il 50% di donne e il 50% di uomini a tutti i livelli aziendali, compresi i livelli di top-management".
"Ma non solo. Ad aprile 2022 abbiamo lanciato insieme a tutto il gruppo Nestlé la Baby Leave, un congedo per neopapà o secondo caregiver di tre mesi, pagato al 100%, da prendere alla nascita del figlio o della figlia. Questa è una di quelle iniziative alla quale teniamo di più, perché grazie alla presenza di entrambi i genitori, in un periodo così delicato come la nascita di un figlio, i carichi di lavoro all’interno della casa si ridistribuiscono nel lungo periodo, per sempre".
È importante citare anche un’altra interessante iniziativa, che ha visto Nespresso in veste di “sostenitore”. Parliamo del progetto di integrazione sociale lanciato dalla Chef Viviana Varese con Cadmi - Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano. Può raccontarci qualcosa in più?
"Insieme alla chef Viviana Varese, abbiamo attivato diverse iniziative per supportare Cadmi, la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano. Nello specifico, esprimiamo il nostro supporto grazie alle pasticcerie ‘Io sono VIVA’ di Chef Viviana, dove vendiamo il nostro caffè. Le pasticcerie accolgono donne che vengono reinserite nel mondo del lavoro grazie a Cadmi. Una parte dei ricavi ottenuti dalla vendita dei caffè nelle pasticcerie 'Io sono VIVA' viene poi devoluta a Cadmi, così da sostenere al meglio le loro iniziative".
Restando nel mondo dell’inclusione, è impossibile non citare il programma N.E.M.O. - Nespresso Esplora Meravigliose Opportunità, vero e proprio simbolo del desiderio di cambiamento dell’azienda. Com’è nato il progetto e come si sta evolvendo nel tempo?
"N.E.M.O. è arrivato ormai alla quarta edizione, ed ha come obiettivo quello di inserire all’interno delle nostre boutique persone migranti e rifugiati supportando il loro reinserimento. Selezioniamo un gruppo di ragazzi e ragazze che vengono formati e formate per un primo periodo di circa un mese, per permettergli di imparare a conoscere le nostre boutique, i prodotti e i servizi che offriamo; tutti e tutte vengono poi inserite nelle nostre boutique per imparare il lavoro giorno dopo giorno. Coloro che desiderano rimanere, hanno poi a disposizione un posto riservato".