Caro materiali, in ginocchio il settore delle costruzioni

Contessa: "A breve ci saranno ripercussioni sull'occupazione". Chirulli: "Chiediamo revisione dei prezzi sui lavori in essere"

di Francesca Biasone
Angelo Contessa, presidente di ANCE Brindisi
e Andrea Chirulli, imprenditore dell'omonima azienda
Corporate - Il giornale delle imprese

Caro materiali, i costruttori lanciano l'allarme e chiedono al Governo di essere ascoltati

La filiera delle costruzioni sta attraversando un periodo di crisi senza precedenti. Oltre il 30% delle aziende è a rischio collasso e la situazione peggiora giorno dopo giorno. La crisi del settore è causata dal rincaro esponenziale di molte materie prime indispensabili per i costruttori, nonché del costo del carburante, che ha reso difficoltoso qualsiasi spostamento. Moltissimi gli imprenditori che cercano di farsi sentire, chiedendo al Governo un intervento rapido per evitare la chiusura dei cantieri, il fallimento delle aziende e il collasso totale del sistema.

L'intervista di affaritaliani.it ad Angelo Contessa, presidente di ANCE Brindisi

 

"Il sistema Paese rischia di saltare" è con queste parole allarmanti che Angelo Contessa, presidente di ANCE Brindisi, inizia a descrivere la situazione che il settore delle costruzioni sta attraversando in Italia ormai da troppo tempo. Una situazione del tutto eccezionale, che nella penisola non si riscontrava dal primo dopoguerra. La crisi si aggrava giorno dopo giorno e rischia di portare non solo al blocco totale dei cantieri in essere, ma anche conseguentemente a ripercussioni sull'occupazione. Secondo Contessa gli effetti del rincaro sulle materie prime, dovuto in un primo momento alla pandemia da Covid-19 e poi aggravato dalla guerra in Ucraina, "rischiano di essere devastanti", arrivando addirittura al fallimento delle imprese.

Il presidente di ANCE Brindisi sottolinea l'importanza che hanno i costruttori per il nostro Paese e il loro ruolo nello sviluppo socio-economico dello stesso: "I costruttori sono una parte fondamentale del nostro sistema in italia, perché sono il braccio operativo dello Stato: senza costruttori non si potranno più edificare infrastrutture, scuole, asili, strade, autostrade. È quindi evidente che se non si ritrova il giusto equilibrio contrattuale molte opere sono destinate a essere bloccate, ma attualmente lo Stato non è nelle condizioni di portare avanti queste opere".

Ciò che Angelo Contessa (in qualità di presidente di ANCE Brindisi) e i costruttori italiani chiedono da mesi al Governo è di intervenire nel breve termine e in modo mirato: serve un riequilibrio contrattuale, sia dal punto di vista finanziario che temporale. Sotto questo punto di vista altri Paesi europei si si sono già mossi, al fine di salvaguardare imprese e imprenditori, ma la burocrazia italiana e il "caos normativo" verificatosi non permettono una risoluzione celere della situazione.

"Noi chiediamo un intervento governativo ormai urgente, perchè ogni giorno che passa si rischia il fallimento delle imprese. Il problema è che il nostro sistema già prima dei rincari si reggeva su un sottilissimo equilibrio, non avevamo marginalità: oggi invece non solo molti materiali non si trovano sul mercato, ma quelli che si trovano sono raddoppiati o triplicati" conclude Contessa.

L'intervista di affaritaliani.it ad Andrea Chirulli, imprenditore dell'omonima azienda

Andrea Chirulli, imprenditore e promotore dell'autoconvocazione dei rappresentanti delle 500 aziende di tutta Italia che si sono incontarti spontaneamente a Roma lo scorso 4 aprile per chiedere al Governo un confronto sulla situazione che stanno affronando. Una autoconvocazione pacifica, che è stata però un grido di allarme e una protesta nei confronti delle autorità, dalle quali non si sentono ascoltati da più di un anno. Per sopravvivere, le aziende cercano di non utilizzare le materie prime che hanno subito un rincaro eccessivo, ma cercano anche di non spostarsi troppo con i mezzi di lavoro, a causa dell'aumento del prezzo del gasolio: tutto questo senza sicurezze e garanzie per il futuro, senza certezza che questo periodo di crisi e sacrifici terminerà nel breve.

Chirulli ha affermato: "Cerchiamo di non utilizzare le meterie prime che hanno avuto rincari esponenziali, come bitume, ferro, cemento, alluminio, plastica. Cerchiamo anche di consumare quanto meno gasolio possibile, in quanto l'aumento del gasolio si aggira intorno al 60-70% nel giro di meno di un anno. Sono possessore di 200 macchinari da lavoro fra escavatori, ruspe, camion: pensa cosa può comportare un aumento tale".

Le opinioni di Contessa e Chirulli sono convergenti su due punti di vista: la necessità impellente di attuare una revisione del prezziario sui lavori in essere e l'inadeguatezza della burocrazia italiana nel sopperire ai bisogni urgenti che vengono a verificarsi. "Lo Stato deve pensare o di fare nuovi prezziari o la revisione prezzi. Ad oggi non abbiamo nulla di chiaro in mano, questa è la situazione attuale. Molte imprese sono ferme, anche io ho dovuto fermare la mia azienda per tre settimane. Il Governo fa finta di non sentire: ha emanato un decreto di compensazione ma ha messo in campo pochissimo soldi. Inoltre la burocrazia italiana non migliora, impiega mesi per qualsiasi modifica o approvazione e tutto questo comporta grandi danni non solo alle imprese ma a tutto il sistema. Ad oggi aspettiamo ancora che si faccia qualcosa", ha dichiarato Chirulli.

 

 

 

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