Consulenti finanziari, in 10 anni triplicata la quota di mercato

Dal 2011, gli asset gestiti dai consulenti finanziari passano da 200 a 700 miliardi di euro: la crescita maggiore è per i private banker di Banca Generali

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Consulenti finanziari, analisi Prometeia: forte crescita del patrimonio affidato alla consulenza dalle famiglie

Negli ultimi 10 anni, le reti di consulenti finanziari hanno più che triplicato la propria quota di mercato. È quanto emerge da una analisi di Prometeia che prende in considerazione la ripartizione del patrimonio finanziario degli italiani tra banche tradizionali, poste e reti di consulenti finanziari. Secondo la società di consulenza bolognese, infatti, il patrimonio affidato dalle famiglie alla consulenza delle reti è passato dai 200 miliardi di euro di fine 2011 agli oltre 700 miliardi di fine 2021. Tradotto in termini percentuali, questa crescita ha portato le reti di consulenti finanziari ad aumentare la propria quota di mercato servito portandola dal 9,3% al 17,5% nel periodo. Insomma, un vero e proprio exploit che, secondo le proiezioni della stessa Prometeia, sembra destinato a durare almeno fino al 2026 quando le masse complessive dell’industria dovrebbero toccare gli 800 miliardi di euro, pari al 19% della quota di mercato.

Reti di consulenti più forti dei vincoli normativi

La capacità di crescita delle reti di consulenza finanziaria nell’ultimo decennio ha saputo resistere anche ai possibili freni imposti dalle novità in materia normativa e congiunturali. Come evidenziato dalla ricerca “Banche reti/ Oltre Mifid II e pandemia” condotta da Excellence Consulting, infatti, il settore dei consulenti finanziari ha registrato risultati positivi soprattutto nel quinquennio compreso tra il 2016 e il 2021, ovvero gli anni caratterizzati da due grandi cambiamenti disruptive: l’entrata in vigore di Mifid II e la pandemia da Covid-19. In questo periodo di tempo, le sei principali realtà italiane della consulenza finanziaria (Banca Generali, Fideuram-ISPB, Banca Mediolanum, Fineco, Allianz Bank e Azimut) hanno confermato il processo di crescita e i loro asset gestiti sono passati da 432,4 a 700,3 mld euro.

Oltre ai numeri, elemento di particolare interesse è rappresentato dai fattori che hanno guidato questo  processo. Se si esclude l’incorporazione di IW Bank in Fideuram-ISPB, infatti, la crescita del settore è arrivata in maniera sostanzialmente organica grazie alla capacità di innovazione e a modelli di servizio in grado di rispondere meglio del mercato alle rinnovate esigenze della clientela.

Chi cresce più di tutti: Banca Generali

L’organicità della crescita delle reti ha inevitabilmente portato ad un forte aumento dei portafogli dei singoli consulenti finanziari. Stando alle consuete rilevazioni dell’associazione di settore (Assoreti) il portafoglio pro capite gestito dai singoli consulenti finanziari in Italia è cresciuto del 160% nel periodo 2011-2021. In particolare, i portafogli medi sono passati da 10 milioni di euro di fine 2011 ai 26 milioni di euro di fine 2021. La crescita organica del settore ha però beneficiato dell’exploit del best player del settore: Banca Generali. I private banker e wealth advisor della Banca guidata dall’AD Gian Maria Mossa hanno infatti sovraperformato nel decennio, mettendo a segno una crescita senza eguali. I consulenti della rete del Leone sono riusciti ad aumentare i propri portafogli medi facendoli passare dai 14,9 milioni pro capite di fine 2011 ai 39,2 milioni di fine 2021.

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