Cronache
Listeria: al bando wurstel, salmone e formaggi. Ecco chi rischia la vita
Colloquio con Maria Mirella Pontello, ricercatrice ed esperta di listeriosi con 147 pubblicazioni sul filone delle malattie veicolate da alimenti
Listeria, allarme dopo aver riscontrato il batterio in würstel, salmone affumicato e formaggi
Quando Maria Mirella Pontello ha cominciato a occuparsi di listeriosi nei primi anni del 2000 veniva presa in giro perché si trattava di una “cosa piccola” ma se oggi l’Italia ha un meccanismo di prevenzione che ha rilevato "un'epidemia di listeriosi" è grazie al sistema di sorveglianza creato proprio da Pontello, ricercatrice e docente in pensione che ha insegnato presso il dipartimento di sanità pubblica, microbiologia e virologia della Statale di Milano. Una specialista che vanta ben 147 pubblicazioni sul filone delle malattie veicolate da alimenti, sulla sorveglianza epidemiologica e sulla sicurezza alimentare.
Ieri, dopo i würstel e i tramezzini al salmone, è arrivato il ritiro di 6 confezioni di pancakes al cioccolato a marchio Bernard Jarnoux Crepier, lotto di produzione 256, per "non conformità microbiologica", a causa di "possibile presenza di listeria monocytogenes", come ha fatto sapere il ministero della Salute sul proprio sito, con la raccomandazione, ai clienti che hanno acquistato il prodotto/lotto indicato, di non consumarlo.
“Sulla listeriosi sono stata la prima, o quasi, in Italia a occuparmene a inizio anni 2000”, dice Pontello interpellata da affaritaliani.it. “Si trasmette per via alimentare ed è un microrganismo ambientale molto diffuso rispetto alla sua propagazione”, chiarisce. L’ultima vittima registrata è del 7 ottobre. Un 75enne di Campobasso deceduto dopo aver ingerito un alimento, probabilmente della ricotta. La vittima precedente è del 4 ottobre, si tratta di un 83enne, ma la causa del decesso è ancora da accertare del tutto, non si può attribuire ufficalmente al batterio. Il sospetto, però, è che la causa sia una meningite da listeria.
“I casi sono per certi versi poco frequenti – assicura la ricercatrice - ma il problema si pone quando l’infezione colpisce persone che hanno particolari fragilità come la categoria degli anziani – i decessi sopracitati fanno parte di questo gruppo - e degli immunodepressi, ma anche quella delle donne in gravidanza che fisiologicamente sono immunodepresse perché ospitano un non-self (un corpo estraneo all’organismo ndr).
Allora, quali alimenti sono da evitare per non rischiare di contrarre l’infezione? “Con la listeriosi è difficile dire quali sono gli alimenti da eliminare perché si possono contaminare filiere di tutti i tipi. Le più comuni sono quelle del latto-caseario, poi tutto ciò che è insaccato come i würstel ma anche il salmone affumicato. Tendenzialmente si tratta degli alimenti ‘ready to eat’, cioè pronti per essere consumati”. Un pericolo che si può 'scansare' cuocendo rigorosamente tutto ciò che si mangia? “Certo”, risponde Pontello, perché la listeria “è termosensibile” e “non è uno sporigeno come il botulino”. È sempre “un equilibrio di rischi”, non è che si può “escludere dall’alimentazione il prodotto fresco”, tuttavia, “per le persone che hanno immunodepressioni gravi, come possono avere i trapiantati, bisogna essere molto rigorosi".
Si può dire quindi che il batterio della listeriosi è letale per chi è più anziano e ha delle comorbilità “ma non si può escludere del tutto che colpisca persone che non abbiano fattori di rischio”, spiega ancora. “Quando ho iniziato a fare la sorveglianza sulla listeriosi, nel 2005 – sottolinea Pontello - c’erano sì e no 30 casi in tutta Italia ma poi, sono arrivata a dimostrare che tutti gli anni, solo in Lombardia, c’erano centinaia di casi”.
È bene, dunque, stare attenti a ciò che si mangia, ma senza alcun allarmismo perché “il fatto che sia stato rilevato questo batterio, è, per certi versi, nella gravità della cosa, un segno che il sistema di sorveglianza funziona. "L'epidemia” di queste settimane, come viene definita dalla specialista, è stata riscontrata da Maria Gori, sua “allieva” - presso la Città studi di Milano - che a luglio ha ricevuto 5 ceppi dalla stessa zona della bergamasca. “Dall’analisi del molecolare è stato dimostrato che i ceppi erano geneticamente tutti uguali e allora, a quel punto, si è andati a indagare a casa di uno dei soggetti malati trovando un avanzo di würstel non ancora consumato”, il che ha consentito di fare il link tra alimento con listeriosi e casi di listeria.
Una persona adulta e sana “non corre rischi” perché chiunque “ingerisce listeria monocytogenes tutti i giorni" ma "nessuno se ne accorge in quanto passa a livello intestinale e viene sgombrata dal campo con gli equilibri della flora”. Il problema è “quando l’infezione riesce a superare la barriera gastroenterica ed entra in circolo”.