Gruppo Sella, crescono utile e margine d'intermediazione

Il Gruppo Sella ha chiuso l’anno con 91,9 milioni di euro, in crescita rispetto ai 56 milioni di euro dell'anno precedente

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Gruppo Sella, crescono utile e margine d'intermediazione

Il gruppo Sella ha chiuso il 2022 con un utile netto consolidato di 91,9 milioni di euro, in crescita rispetto ai 56 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente senza considerare le componenti non ricorrenti. Nel 2021, infatti, per effetto della plusvalenza ottenuta dall’operazione strategica di joint venture paritetica in Hype con illimity bank, l’utile netto era stato complessivamente di 108,3 milioni di euro.

Il margine di intermediazione è cresciuto di 130,1 milioni di euro (+17,9%), raggiungendo gli 857,9 milioni di euro. Nel dettaglio, il margine di interesse è aumentato del 42,6% a 358,6 milioni di euro, grazie sia alla componente commerciale sia all’effetto positivo dei titoli indicizzati all’inflazione. I ricavi netti da servizi hanno avuto un incremento del 4,7% a 406,7 milioni di euro. Il risultato netto dell’attività finanziaria è aumentato del 5,2% a 92,6 milioni di euro, per effetto dei risultati positivi del trading in conto proprio e delle cessioni dei crediti fiscali.

Banca Sella ha chiuso l’anno con un utile netto di 73,3 milioni di euro, in crescita del 77,3% rispetto ai 41,4 milioni di euro dell’anno precedente. Il Roe è salito al 9,1% rispetto al 5,3% del 2021. Ulteriormente rafforzata la tradizionale solidità patrimoniale, con il Cet1 al 18,63% e il Total Capital Ratio a 21,16% (erano 15,88% e 19,95%). Positivi anche gli indicatori relativi alla liquidità: l’indice LCR è pari a 179,8%, mentre l’indice Nsfr è pari a 145,7% (per entrambi i limiti minimi previsti sono pari al 100%). Lo comunica una nota.

Gli impieghi a supporto delle attività di famiglie e imprese sono aumentati del 7,7% raggiungendo i 9,1 miliardi di euro. In miglioramento gli indici di qualità del credito. Il costo del rischio di credito è stato pari a 22 bps (era 36 bps). L’Npl Ratio netto è sceso all’1,7% (era 2%) e l’Npl Ratio lordo al 3,1% (era 3,8%). L’indice Texas Ratio è migliorato al 30,8% (era 36,2%). La raccolta netta globale è stata positiva per 1,4 miliardi di euro, grazie a flussi di raccolta diretta pari a 0,3 miliardi di euro e a flussi di raccolta indiretta pari a 1,1 miliardi di euro. La raccolta globale al valore di mercato si è attestata a 31,5 miliardi di euro, in calo del 5,7% per effetto della diminuzione di 2,7 miliardi di euro del valore dei corsi dei titoli conseguente alla flessione dei mercati.

Particolarmente positivo lo sviluppo del margine di intermediazione (+21,9% a 494,7 milioni di euro) grazie alla crescita del margine di interesse (+47,8% a 233,1 milioni di euro), all’incremento dei ricavi netti da servizi (+5,4% a 242,7 milioni di euro) e all’aumento del risultato netto dell’attività finanziaria (+5,9% a 18,9 milioni di euro). Nel dettaglio, il margine di interesse evidenzia una significativa crescita della componente commerciale con gli interessi da finanziamenti superiori di 18,7 milioni di euro rispetto al 2021. Sul buon andamento ha inciso inoltre il risultato del portafoglio titoli di proprietà, in aumento di 28,3 milioni di euro per effetto dei maggiori volumi, dell’aumento dei rendimenti e delle cedole sui titoli indicizzati all’inflazione.

La crescita dei ricavi da servizi è stata trainata dai proventi da sistemi di pagamento, a 96,4 milioni di euro (+17,3%). I ricavi da sistemi di pagamento elettronici hanno raggiunto i 69,3 milioni di euro (+19%), grazie ai maggiori volumi di transato, pari a 28,6 miliardi di euro (+29,1%). In crescita anche i proventi da sistemi di pagamento tradizionali (+13,6%) e da sistemi di pagamento estero (+10,5%). Contribuisce positivamente anche il banking, che genera ricavi pari a 28,3 milioni di euro (+6,3%). Per effetto dell’ottimo andamento del margine di intermediazione, il Cost to Income risulta in significativo miglioramento al 67,6% (era 73,4%), nonostante costi operativi in crescita del 12,9%.

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