Politica

Zelensky, la disperata solitudine del 'numero uno', tra finzione e realtà

Di Paolo Diodati

A quasi un anno dall'attacco di Putin all'Ucraina, il ridestato Berlusconi mette a fuoco l'unica soluzione possibile per farla cessare

Zelensky, la disperata solitudine del 'numero uno': finzione e realtà

Davvero clamoroso: a quasi un anno dall'attacco di Putin all'Ucraina, per far cessare la politica dell'annientamento delle due repubbliche autonome del Donbass e dell'annientamento dei russi ivi residenti, della loro lingua, cultura e tradizioni, da parte dell'ex bravo comico Zelenshy, il ridestato Berlusconi mette a fuoco il perché dell'inizio della guerra e l'unica soluzione possibile per farla cessare. Queste le sue parole, alla buon'ora: "Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto."

Purtroppo la ragazzotta che ci governa, alla quale su questo giornale avevo chiesto di studiare almeno la storia contemporanea di quella nazione martoriata, ha risposto in base alle aspettative di chi, come me, sostiene che ride troppo, non tocca più i piedi per terra e s'è montata la testa: "Chi non condivide l'atlantismo è fuori dal governo". Frase sconsiderata e da ducetta: e se Francia e Germania si stancassero di fare sempre gl'interessi degli USA?

Da quando mando dei contributi a questo giornale, per la prima volta, sabato scorso, è stato censurato un mio articolo, un po' psicanalitico su "quel signore", come il di nuovo vispo Berlusconi chiama l'attuale Numero Uno ucraino, in disperata solitudine, perché non può credere che "il mondo libero" (sì di obbedire a Biden) voglia seguire la politica suicida attuata finora... O, Signora Giorgia, se apparteniamo al mondo libero, vogliamo votare sul desiderio degli italiani di morire in una guerra mondiale? A noi poi sentire il ritornello VINCERE!!  E VINCEREMO!!! tra l'altro. sembra di malaugurio...