Gruppo Sella: nel primo trimestre 2023 utile netto pari a € 48 mln

Positivi i risultati del primo trimestre 2023 per il gruppo Sella: raccolta globale pari a 50,5 miliardi di euro (+3,8%)

di Redazione Corporate
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Gruppo Sella: prosegue la crescita strategica. Utile netto a 48 milioni e raccolta netta a 933 milioni di euro

Il gruppo Sella ha chiuso il primo trimestre dell’anno con risultati positivi, grazie al buon andamento in tutti i settori d’attività conseguente alla strategia di crescita basata sulla qualità della relazione con i clienti, all’innovazione tecnologica e alla promozione di un ecosistema aperto. I risultati consolidati al 31 marzo 2023 sono stati approvati oggi dal Consiglio d’amministrazione della capogruppo Banca Sella Holding e hanno infatti registrato un utile netto di 48 milioni di euro, in crescita rispetto ai 35 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente.

Accanto al buon andamento complessivo, sul risultato ha inciso anche la componente non ricorrente derivante dalla partnership strategica con il Gruppo Sesa per rafforzare la presenza sul mercato dei servizi di open finance. Dall’accordo sono nate due società, Nivola, controllata da Sella tramite Centrico, e BDY, dedicata alla commercializzazione di software di core banking e servizi applicativi sul mercato italiano, partecipata da Centrico al 49% e alla quale è stato trasferito un ramo d’azienda. Senza considerare la plusvalenza dell’operazione BDY, l’utile netto è di 32,3 milioni di euro, dal punto di vista industriale superiore a quello dello scorso anno come testimonia la crescita del risultato di gestione pari a circa 84 milioni di euro (+23% rispetto allo stesso periodo del 2022) grazie alla crescita del margine d’intermediazione superiore a quella dei costi.

Rispetto al risultato dello scorso anno, si è rilevato un maggior costo del rischio di credito (passato da 6,1 milioni di euro di fine 2022, pari a 37 bps, a circa 11 milioni di euro, pari a 41 bps) e alcune svalutazioni prudenziali su partecipazioni a patrimonio netto a fronte delle plusvalenze dello scorso esercizio. Nel corso del trimestre, infatti, il gruppo ha mantenuto sostenuta la crescita del margine di intermediazione con un incremento di 35,5 milioni di euro (+16,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), raggiungendo i 252,7 milioni di euro. Il margine di interesse è aumentato a 129,9 milioni di euro (+60%) grazie prevalentemente alla componente commerciale. I ricavi netti da servizi sono saliti a 101,6 milioni di euro (+6,6%). Il risultato netto dell’attività finanziaria si è attestato a 21,2 milioni di euro (-47,9% per effetto delle operazioni dello scorso anno di cessione titoli e crediti fiscali a terzi).

In uno scenario globale che rimane incerto e segnato dalle tensioni internazionali, dalla spinta inflazionistica e dal rialzo dei tassi d’interesse, il gruppo Sella vede crescere la raccolta globale, che a valore di mercato ha superato la soglia dei 50 miliardi di euro (50,5 miliardi di euro, +3,8% rispetto ai 48,7 miliardi di euro di fine 2022). In particolare, positiva la raccolta netta globale per 933 milioni di euro a testimonianza della fiducia dei clienti. La raccolta indiretta è cresciuta a 34,6 miliardi di euro (+8,1%). Quella diretta è risultata in flessione del -4,3%, principalmente per la trasformazione di una parte di essa in raccolta indiretta, in linea con le indicazioni del servizio di consulenza prestato ai clienti di cogliere le opportunità in uno scenario di tassi alti.

Gli impieghi a supporto delle attività di famiglie e imprese, al netto dei Pct, sono aumentati a 10,7 miliardi di euro (+2,1%). Positivi gli indici di qualità del credito. Il costo del rischio di credito annualizzato si è attestato a 41 bps (era 37 a fine 2022); l’Npl Ratio netto è pari a 2% (era 1,8%) e l’Npl Ratio lordo è pari a 3,7% (era 3,5%). Il tasso di copertura sui crediti deteriorati è al 47,6% (era 49,5%) e quello sulle sofferenze al 65,7% (era 65,7%). Il Texas Ratio è al 27,7% (era 27,2%). La solida posizione patrimoniale, già ampiamente superiore agli standard richiesti, vede un’ulteriore crescita degli indici: il Cet1 al 13,27% e il Total Capital Ratio al 15,16% (erano 13,21% e 15,12% a fine 2022). Così come sono ampiamente superiori ai limiti minimi previsti gli indicatori della liquidità: LCR al 167%, NSFR è al 127,1% (la soglia richiesta è per entrambi 100%).

L’andamento positivo è stato sostenuto da tutti i settori in cui il gruppo è impegnato e dalla buona diversificazione e bilanciamento delle fonti di ricavo. In particolare, rispetto alla fine del 2022, la raccolta netta relativa al risparmio gestito e alla consulenza è cresciuta di 610 milioni di euro, con uno stock pari a 22,3 miliardi di euro. In confronto allo stesso periodo dell’anno precedente, i ricavi da servizi di investimento sono cresciuti dell’1,7% a 46,9 milioni di euro, anche grazie all’andamento favorevole dei mercati finanziari, con un effetto positivo sulla raccolta gestita pari a 305 milioni di euro.

Nell’ambito dei sistemi di pagamento il margine di intermediazione è cresciuto del 13,2% a 24,6 milioni di euro, con i volumi transati complessivi legati ai servizi di acquiring e issuing aumentati del 27,4%. La finanza e l’investment banking hanno registrato una performance dei margini positiva, pari a 40,6 milioni di euro, che risulta però in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (in diminuzione del 32% sia per le implicazioni della dinamica dei tassi sul margine commerciale, sia perché sul dato dello scorso anno aveva inciso una importante cessione di titoli).

I ricavi da nuovi business sono saliti dell’11,2% a 19 milioni di euro, in particolare grazie ai servizi di corporate e investment banking, open payment e a quelli di piattaforma. Prosegue, nell’ambito della strategia di crescita e sviluppo del gruppo, l’impegno per la sostenibilità, in particolare attraverso ulteriori iniziative per ridurre costantemente le emissioni di CO2 lorde residue e per supportare i clienti con prodotti e servizi ESG, come il finanziamento che premia le imprese impegnate in un percorso di transizione energetica con la riduzione dei costi al raggiungimento di determinati obiettivi sostenibili, quello a sostegno degli investimenti in fonti rinnovabili e quello finalizzato all’acquisto di immobili con classe energetica virtuosa.

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