Henoto: quando allestire (e creare) è più di un Mestiere. Tutto italiano.
Il Presidente di Henoto Passini: “Al centro professionalità, qualità e rispetto del lavoro”
Gruppo Henoto, una splendida realtà tutta italiana
Sedici sedi nel mondo dagli Usa all’Europa, dall’Asia al Medio Oriente, 300 collaboratori, un fatturato che all’ultimo esercizio segna un +67 milioni, oltre 200 eventi e progetti in portafoglio e idee chiare per il futuro. Il Gruppo Henoto è una splendida realtà tutta italiana, capace di ritagliarsi un proprio ruolo in un settore complicato come quello fieristico, affermandosi come player di riferimento nella progettazione, realizzazione e gestione di allestimenti a 360 gradi e di diversificare ulteriormente la propria offerta grazie alle non facili lezioni apprese durante la pandemia.
L’industria fieristica italiana è capace di generare un impatto sui territori quantificabile in 22,5 miliardi di euro l’anno, per un valore aggiunto generato dal b2b fieristico di oltre 10 miliardi di euro (Studio Prometeia per AEFI- 2022). Sempre secondo AEFI le aziende che partecipano alle Fiere sviluppano risultati di crescita in media del +12% rispetto a chi invece diserta questi appuntamenti. L’Italia produce il secondo volume di affari legato alle fiere in Europa, indotto compreso, seconda solo alla Germania.
Affaritaliani.it ha incontrato il Presidente di Henoto, Daniele Passini, nella sede bolognese del Gruppo
Affabile, energico, schietto Passini non è uomo da giri di parole. "Veniamo da lontano", precisa subito, "abbiamo una lunga storia alle spalle e le fiere sono la nostra casa. BolognaFiere è la nostra solida base di partenza, poi col tempo abbiamo capito che potevamo allargare i nostri orizzonti, che occuparci solo di commercializzazione degli allestimenti fieristici solo su Bologna era riduttivo. Siamo partiti acquisendo un’azienda di assoluta eccellenza e leader del settore allestimenti quale la GiPlanet di Padova. Henoto è nata nel 2021, un periodo certo non facile. Ma la pandemia ci ha dato un’ulteriore spinta verso innovazione e sostenibilità, i principi basilari su cui abbiamo creato questo progetto. Ne aggiungo un terzo: la sicurezza e la tutela dei lavoratori. Per noi è un principio fondamentale. E siamo contenti di essere rigorosi e attenti a questo aspetto. Sicurezza e specializzazione. Prima vengono le persone, lavoratori e collaboratori. Il resto è una naturale conseguenza di una solida impostazione di questi principi".
Oggi, Henoto sviluppa progetti anche ben oltre il mondo fieristico. Continua infatti Passini: "Siamo diventati molto più flessibili e duttili. Abbiamo realizzato aree vaccinali per ospedali, negozi, abbiamo lavorato e lavoriamo nell’ambito dell’impiantistica sportiva, e dei grandi eventi speciali. Negli ultimi anni abbiamo acquisito aziende importanti come la Tecnolegno di Milano e la Fontemaggi di Rimini. Perché crediamo fermamente nella qualità dei materiali e dei progetti e nella creatività. È una marcia in più che abbiamo come sistema-Paese, piccole o medie aziende di grande eccellenza capaci di soluzioni innovative. Il nostro obiettivo è fare rete, proporci all’Estero come apripista e creare le condizioni per attivare nuove connessioni a vantaggio di tutti. Il fatturato cresce, quest’anno il volume è di 67 milioni, contro i 31 del 2021. Una crescita importante".
Qualità, creatività, professionalità, affidabilità, dunque. La presenza di Henoto è già importante e affermata nel nostro paese e nel sistema fieristico italiano ma i mercati del futuro passano dagli Stati Uniti, dalla Cina, e non solo. "FieraBologna rappresenta ormai solo un 20/30% del nostro fatturato", specifica l’Amministratore Delegato Giovanni Giuliani. "Ci siamo affacciati ormai da tempo sul mercato statunitense e su quello cinese che, insieme allo sviluppo di Riad, sono sicuramente gli ambiti più interessanti dove operare e con il maggior margine di crescita. Ma ci sono altre realtà interessanti, come il Messico. Il futuro prossimo, invece, si chiama Africa. Siamo convinti che quando quel continente riuscirà ad avere una stabilità politica sarà quella la prossima tappa. I segnali li vediamo già, penso per esempio al Marocco".