Intesa Sanpaolo: l'utile netto vola a 4,2 mld nel primo semestre 2023

Messina (Intesa Sanpaolo): "Nei primi sei mesi dell’anno la crescita dei ricavi da interessi ha reso possibile l’aumento dell’utile netto a 4,2 miliardi"

di Redazione Corporate
Carlo Messina
Corporate - Il giornale delle imprese

Intesa Sanpaolo: risultato corrente lordo in crescita del 61% nel primo semestre 2023

Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato la relazione consolidata al 30 giugno 2023. I risultati del primo semestre 2023 confermano la capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente, con un utile netto trainato dagli interessi netti che ha raggiunto 4,2 miliardi di euro.

Il solido andamento economico e patrimoniale del semestre si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno ESG del Gruppo: in particolare, circa 3 miliardi di euro di dividendi maturati, 2,6 miliardi di euro di imposte generate e aumentate di circa 590 milioni di euro rispetto al primo semestre 2022 per effetto della crescita degli interessi netti che ha trainato l’aumento di circa 1,9 miliardi di euro dell’utile netto, espansione del programma cibo e riparo per le persone in difficoltà (oltre 28,1 milioni di interventi tra il 2022 e il primo semestre 2023), rafforzamento delle iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (circa 12 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana tra il 2022 e il primo semestre 2023).

Carlo Messina, Consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, ha commentato: "Nei primi sei mesi dell’anno la crescita dei ricavi da interessi ha reso possibile l’aumento dell’utile netto ad un valore di 4,2 miliardi di euro, di conseguenza i dividendi maturati sono pari a 3 miliardi di euro: di questi circa il 40% è destinato alle famiglie italiane e alle Fondazioni nostre azioniste, portando così un ulteriore forte beneficio ai territori di appartenenza. Le imposte dirette e indirette generate nel semestre sono pari a 2,6 miliardi di euro, ciò comporta un aumento di quasi 600 milioni rispetto al primo semestre 2022, con un incremento del beneficio apportato dai conti di Intesa Sanpaolo al bilancio pubblico. La somma complessiva percepita nel semestre dalle persone che lavorano in Intesa Sanpaolo è pari a 3,2 miliardi; nel 2022 abbiamo stanziato un contributo straordinario di 1.000 euro nei confronti delle nostre Persone, esclusi i dirigenti, al fine di fronteggiare l’inflazione, per un totale di circa 80 milioni".

Intesa Sanpaolo è pienamente in grado di continuare a operare con successo in futuro, potendo contare sui punti di forza che contraddistinguono il Gruppo, in particolare la redditività resiliente, la solida patrimonializzazione, lo status di Banca a “zero NPL” e l’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi. L’esposizione verso la Russia è in ulteriore riduzione, diminuita di oltre il 75% (oltre 2,7 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,2% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo, e i crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2. Nel primo semestre 2023, per il Gruppo si registra:

utile netto in crescita dell’ 80% a 4.222 milioni di euro, da 2.346 milioni del primo semestre 2022;

risultato corrente lordo in crescita del 61% a 6.744 milioni di euro, da 4.188 milioni del primo semestre 2022;

risultato della gestione operativa in aumento del 28,5% rispetto al primo semestre 2022;

● proventi operativi netti in crescita del 15,3% rispetto al primo semestre 2022;

costi operativi in aumento dello 0,9% rispetto al primo semestre 2022;

● elevata efficienza, con un cost/income al 42% nel primo semestre 2023, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;

● costo del rischio nel primo semestre 2023 annualizzato a 25 centesimi di punto (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a Russia e Ucraina, per overlay e per favorire il de-risking, al netto del rilascio a valere sulle rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19), con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro;

qualità del credito:
- lo stock di crediti deteriorati a fine giugno 2023, rispetto a fine dicembre 2022, diminuisce del 3,6% al netto delle rettifiche di valore e del 2,5% al lordo;
- l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’ 1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo. Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari all’ 1% al netto delle rettifiche di valore e all’ 1,9% al lordo;

elevati livelli di copertura dei crediti deteriorati:
- livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 49% a fine giugno 2023, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 68,2%;
- robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari allo 0,6% a fine giugno 2023;

patrimonializzazione molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 30 giugno 2023, deducendo dal capitale circa 3 miliardi di dividendi maturati nel primo semestre, il Common Equity Tier 1 ratio a regime è risultato pari al 13,7% senza considerare circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive (DTA), di cui circa 30 nell’orizzonte compreso tra il terzo trimestre 2023 e il 2025, rispetto a un requisito SREP - comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer - da rispettare nel 2023 pari all’ 8,95%. Impatti negativi regolamentari pari a circa 60 centesimi di punto nel semestre. Impatto negativo pari a circa 30 centesimi di punto della deduzione dal capitale volontaria riguardante il calendar provisioning effettuata nel secondo trimestre per i successivi riflessi positivi in termini di riduzione del requisito Pillar 2 e di minore costo del rischio nel 2024-2025 rispetto alle originarie previsioni del Piano di Impresa 2022-2025;

elevata liquidità e forte capacità di funding: al fine giugno 2023, attività liquide per 284 miliardi di euro ed elevata liquidità prontamente disponibile per 183 miliardi; ampiamente rispettati i requisiti normativi di liquidità Liquidity Coverage Ratio (pari a 171%) e Net Stable Funding Ratio (pari a 126%). Le operazioni di finanziamento con BCE per ottimizzare il costo del funding e supportare gli investimenti delle aziende clienti sono state pari al 30 giugno 2023 a circa 45 miliardi di euro, interamente costituite da TLTRO III;

● supporto all’economia reale: circa 29 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine nel primo semestre 2023, con circa 19 miliardi in Italia, di cui circa 18 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese; oltre 1.900 aziende italiane riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nel primo semestre 2023 e oltre 139.000 dal 2014, preservando rispettivamente oltre 9.500 e 695.000 posti di lavoro.

La tecnologia è un ulteriore fattore chiave di successo, con un apporto aggiuntivo al risultato corrente lordo 2025 pari a circa 500 milioni di euro, non previsti nel Piano di Impresa 2022- 2025.

"Siamo convinti che la forte spinta per la trasformazione tecnologica del nostro Gruppo ci permetterà di giocare un ruolo da leader europeo negli anni a venire. Abbiamo già effettuato robusti investimenti – pari a 1,8 miliardi – nella nuova piattaforma tecnologica nativa cloud (isytech), dove oltre 1.200 specialisti IT già assunti stanno portando il loro contributo di professionalità avanzate. Questa infrastruttura è l’elemento qualificante di isybank, la banca digitale del Gruppo recentemente lanciata con l’obiettivo di 5 milioni di clienti in Italia entro il 2025" ha chiosato Messina.

"Nostra intenzione è estendere progressivamente nuove offerte interamente digitali a livello internazionale, a partire dai paesi dove siamo già presenti con la Divisione International Subsidiary Banks. Di recente abbiamo inoltre completato con successo il lancio di Fideuram Direct, la piattaforma di Wealth Management digitale per il Private Banking, con l’obiettivo di circa 150.000 clienti nel 2025. Siamo concretamente impegnati nel campo dell’intelligenza artificiale, per sviluppare entro il 2025 circa 140 App grazie alla competenza di 300 specialisti. La forte spinta tecnologica" ha concluso il CEO"comporterà un apporto aggiuntivo al risultato corrente lordo 2025 pari a circa 500 milioni di euro, non previsti nel Piano di Impresa 2022-2025".

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