Veganuary 2023, Just Eat: cresce l'interesse verso il plant-based

Just Eat presenta i risultati della ricerca condotta insieme a BVA Doxa, per analizzare come gli italiani approcciano nuovi regimi alimentari

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Veganuary, Just Eat analizza l'interesse degli italiani verso il plant-based: per il 60% implementare un 
nuovo regime alimentare è difficile

L’inizio di un nuovo anno porta con sé una lunga lista di buoni propositi e desiderio di cambiamento. Il bisogno di rimettersi in forma, complici le festività appena trascorse, è il mantra che guida gli italiani nella scelta di un regime alimentare via via più sano. Proprio in questa direzione, nel 2014 è nato Veganuary, il più grande movimento vegan del mondo, allo scopo di ispirare le persone a provare un’alimentazione vegetale. L'obiettivo è quello di migliorare il proprio benessere personale e, allo stesso tempo, concentrarsi anche su quello del Pianeta; una sfida non esattamente semplice, che porta a compiere delle scelte impegnative. In occasione di Veganuary 2023Just Eat presenta i risultati della ricerca condotta insieme a BVA Doxa, per analizzare come gli italiani approcciano nuovi regimi alimentari come la dieta vegana, le motivazioni che li guidano, le difficoltà che affrontano e gli stratagemmi che mettono in atto per restare in carreggiata.

La ricerca condotta da Just Eat, parte di Just Eat Takeaway.com, uno dei leader mondiali nel mercato del digital food delivery, ha evidenziato come oltre il 60% di chi ha cercato di modificare il proprio stile alimentare è tornato sui propri passi dopo un periodo medio di 6 mesi. L’indagine ci restituisce una panoramica chiara delle abitudini alimentari degli italiani: la maggior parte sono onnivori (85%), tuttavia nelle fasce di età più giovani (18-30 anni) emerge un’alta quota di persone che hanno deciso di intraprendere differenti stili alimentari tra cui il regime vegetariano/vegano o quello flexitariano, ovvero una dieta onnivora, con una preferenza verso soluzioni veggie e occasionale consumo di prodotti di derivati animali.

Le motivazioni sono da ricercarsi soprattutto nell’interesse crescente verso il tema della sostenibilità, che li porta a cercare di integrare il più possibile nella propria alimentazione soluzioni a basso impatto ambientale. Una tendenza che trova conferma anche nella sesta edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia pubblicata di recente da Just Eat, in cui si evidenzia una crescente domanda di piatti che celebrano le verdure e le mettono al centro, non solo in cucina, ma anche quando si ordina. Infatti, un italiano su quattro ordina più cibo veggie rispetto a tre anni fa, e il 40% ricerca abitualmente questa tipologia di piatti quando ordina cibo a domicilio. Anche in questo caso, si tratta soprattutto di giovani, guidati dalla volontà di migliorare il proprio tenore di vita e la propria salute, ma con una maggiore consapevolezza circa l’impatto che le proprie scelte di consumo hanno su ciò che ci circonda.

Se guardiamo all’anno appena passato, 4 italiani su 10 nel corso del 2022 hanno modificato il proprio regime alimentare, guidati soprattutto dalla volontà di migliorare il proprio benessere fisico, e lo stanno portando avanti con l’intenzione di renderlo una scelta definitiva. Tuttavia, il 61% è tornato sui propri passi dopo un periodo di circa 6 mesi, per le difficoltà riscontrate nell’eccessiva rigidità in termini di orari e quantità dei pasti (40%), oltre che nella preparazione di questi ultimi (34%). Iniziare un nuovo percorso alimentare risulta particolarmente faticoso per la fascia 25-30 anni, ma una volta superata la fase di adattamento, il mantenimento del nuovo piano nutrizionale viene portato avanti con estrema facilità. 

Tra le altre difficoltà riscontrate da chi sceglie di iniziare un nuovo percorso alimentare, c’è anche la disciplina nel rispettare le regole stesse del nuovo regime, che risulta particolarmente difficile per la fascia di età 45-64 anni (53%), mentre il target più giovane (18-24 anni), sostiene di riscontrare alcune difficoltà a relazionarsi con i propri famigliari e riuscire a combinare stile alimentare/regime dietetico con le abitudini quotidiane della famiglia (23%). L’approccio verso un’alimentazione più equilibrata comporta quindi un grande spirito di adattamento, che sfocia spesso in un duplice atteggiamento: le nuove regole vengono adottate sin da subito (57%), soprattutto nella fascia di età 45- 64 anni e da chi decide implementare un nuovo stile di vita per motivi di salute, oppure per gradi (43%), come avviene nella fascia di età 18-24 anni, che modifica poco alla volta alcuni aspetti del proprio menù quotidiano.

Per affrontare il cambiamento, vengono anche messi in campo diversi stratagemmi, tra cui l’organizzazione dei pasti con cura e un’attenzione nel mangiare solo in determinati momenti della giornata, necessari a compensare o evitare gli sgarri che ben il 90% dichiara di compiere durante l’implementazione di un nuovo regime. In particolare, la fascia più giovane (18-24 anni) dichiara di farlo spesso perché trova difficile controllare la mancanza di determinati alimenti, ma è la fascia di età 45-64 anni quella più “trasgressiva”: il 76% dichiara infatti di mangiare cibo non previsto. 

La fascia di età 25-30 anni e coloro che iniziano un nuovo percorso per gradi dichiarano di affidarsi spesso al proprio servizio di food delivery di fiducia, spinti soprattutto dalla praticità di ricevere il piatto pronto (50%) e dalla possibilità di ordinare del cibo quando sono fuori casa/città (34%). Questo vale soprattutto quando si approcciano stili di vita spesso molto distanti dalla propria alimentazione abituale, come succede per il veganesimo o il vegetarianesimo. In questo senso, Just Eat sta assistendo già da diversi anni a un incremento degli ordini di queste tipologie di piatti sulla propria piattaforma, grazie alla presenza sempre maggiore di ristoranti che espandono la propria offerta implementando alternative vegane o vegetariane all’interno dei propri menù.

 

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