Open Fiber, Gola: "Infrastruttura ultimata all'88%, ma siamo ancora indietro"

L'Italia si trova ancora lontana dal raggiungere i livelli di take up di altri Paesi europei, fermandosi al 27% contro una media UE del 54%

di Redazione Economia
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Open Fiber, Gola: "Infrastruttura ultimata all'88%, ma siamo ancora indietro rispetto a Francia e Spagna nel take up"

Negli ultimi anni, il tema della connettività digitale ha assunto un'importanza sempre più cruciale in Italia, tanto da diventare una priorità per lo sviluppo del Paese. Open Fiber, che sta portando avanti la costruzione dell’infrastruttura in fibra ottica, sta lavorando per portare a termine il proprio piano di copertura, sia nelle cosiddette aree bianche sia in quelle grigie. L’obiettivo è quello di avvicinarsi alle esigenze di connettività sanciti dall’Ue, ma il tema della morfologia del territorio italiano rende il processo più laborioso.

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L'attuale stato di avanzamento delle infrastrutture di Open Fiber nelle aree bianche segna un incremento notevole, raggiungendo l'88% del piano previsto. “L'obiettivo – spiega l’amministratore delegato Giuseppe Gola - è quello di garantire una connettività veloce e affidabile, eliminando le disparità esistenti tra le varie zone del Paese. Il lavoro nelle aree grigie procede in parallelo, mirando a una copertura più omogenea e a un incremento delle prestazioni, necessario per ottenere la standardizzazione e aderenza agli obiettivi di connettività preposti a livello europeo”. Ciò implica anche la sfida di incrementare l'adozione della fibra ottica in sostituzione della vecchia rete in rame, un passaggio chiave per massimizzare le potenzialità della nuova infrastruttura.

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Nonostante gli sforzi, l'Italia si trova ancora lontana dal raggiungere i livelli di take up (cioè l'adozione da parte degli utenti finali) di altri Paesi europei, fermandosi al 27% contro una media UE del 54%, con nazioni come Spagna (86%) e Francia (78%) che mostrano percentuali ben più elevate. “La Commissione Europea – spiega Gola - ha pubblicato un White Paper che indica il 2028 come data per lo spegnimento dell’80% della rete in rame, da completarsi entro il 2030. Siamo consci che il processo di switch off sia lungo e complesso, ma è importante avviarlo e stiamo lavorando ad alcuni progetti pilota per agevolarlo”.

Innovazione e sostenibilità

C’è tutto un mondo di applicazioni che per essere sfruttate al meglio hanno bisogno di una connessione in fibra ottica, e altre ancora, già lanciate o che saranno sviluppate in futuro, che non possono viaggiare su rete in rame. “Open Fiber gioca un ruolo importante nella trasformazione digitale dell’Italia – conclude Gola -, non soltanto portando la rete all’interno di case e aziende, ma anche come abilitatore dell’evoluzione di una serie di processi: dalla PA digitale alla telemedicina, dal monitoraggio del territorio alla cybersecurity. Il rame ha dato un grande contributo per diversi decenni, ma ora è una tecnologia obsoleta: c’è bisogno di fibra ottica e che le reti in fibra realizzate siano effettivamente utilizzate”.

I numeri di Open Fiber

Il cammino di Open Fiber si snoda attraverso cifre importanti: oltre 300 operatori partner coinvolti, circa 13.7 milioni di unità immobiliari (UI) vendibili tramite collegamenti FTTH (Fiber To The Home, cioè dentro casa) e un'estensione che tocca 4.976 comuni, con la considerevole quantità di 4.8 milioni di UI vendibili nelle aree bianche.
 

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