Patto di stabilità, si cerca l'accordo. Ipotesi di flessibilità transitoria
Otto ore di riunione non sono bastate ai ministri dell'Economia, alle 4 del mattino la resa. La presidenza spagnola: "C'è ancora del lavoro da fare"
Ue: Giorgetti, per Patto serve periodo transitorio
"La posizione dell'Italia e' sempre la stessa: riteniamo che viviamo circostanze eccezionali e che serva un periodo transitorio per tener conto di queste circostanze eccezionali che speriamo non si applichino ancora per per molto e che debbano essere tenute in conto quelle che sono le finalita' strategiche che l'Europa si e' data in termini di sicurezza e in termini di transizione digitale e energetica ambientale". Lo ha dichiarato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, al termine della riunione dell'Ecofin sul Patto di stabilita' e crescita. "Questi grandi grandi finalita' politiche richiedono delle regole fiscali coerenti per poterle finanziare. Altrimenti rimangono dei nobili principi e auspici ma senza possibilita' concreta di traduzione. Quindi ripeto le regole fiscali sono un mezzo per realizzare questi fini, non un fine a se stesso", ha aggiunto.
Riforma Patto, nodo negoziato è calo deficit in eccesso
La procedura per il deficit oltre il 3% del Pil è il nodo principale al negoziato sulla riforma del Patto di stabilità. Lo si apprende da diverse fonti. Si prevedeva alla vigilia un aggiustamento primario strutturale annuo dello 0,5% del Pil. La gran parte dei 'frugali' è però contraria sia primario, non consideri cioè gli interessi del debito. Si sonda ora un'ipotesi transitoria che sugli interessi conceda flessibilità tra il 2025 e il 2027. Restano però 7 Paesi nettamente contrari. Sul tavolo anche obiettivi diversificati sulla salvaguardia del deficit: 1% per i Paesi con debito sotto il 90%, 1,5% quando il debito è oltre il 90%.
Patto di stabilità, Italia all'angolo per la questione del Mes. Niente accordo
La notte insonne per i ministri dell'Economia presenti all'Ecofin a Bruxelles non è bastata, sul Patto di stabilità non c'è accordo tra i 27 Paesi dell'Ue. La doccia gelata arriva alle 4 del mattino con il comunicato diffuso dalla presidenza spagnola che guidava il vertice. Un grosso problema soprattutto per l'Italia e gli altri Stati con un grosso debito, ma Germania e Paesi nordici in testa spingono per un accordo ancora più rigoroso rispetto a quello precedente, poi sospeso con lo scoppio della pandemia, e questo non aiuta la trattativa. Il governo Meloni poi, è finito anche nel mirino per la questione del Mes, l'italia è l'unico dei 27 Paesi Ue a non aver ratificato l'accordo sul fondo salva Stati. "Abbiamo lavorato intensamente, considerando attentamente tutti gli Stati membri, per allineare le posizioni e messo sul tavolo un nuovo testo di compromesso", spiega una fonte diplomatica alla conclusione dei lavori dopo otto ore di confronto (dalle 20 alle 4 del mattino).
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"Abbiamo fatto molti progressi oggi. Si tratta di un negoziato impegnativo e ci stiamo arrivando. Al tavolo c’è la volontà di concludere un accordo, ma c’è ancora del lavoro da fare. Abbiamo bisogno di valutazioni giuridiche e consultazioni sulla nostra proposta, che non abbiamo potuto portare a termine stasera. Oggi siamo andati il più avanti possibile. Continueremo il lavoro nei prossimi giorni. Gli elementi costitutivi di un accordo ci sono, ma è necessario il lavoro finale sulla stesura e sulla calibrazione giuridica", afferma ancora la fonte europea.