Politica
Con l’attacco del Giornale a Crosetto completato il quadro editoriale a destra
Ora anche la Lega di Matteo Salvini ha la sua rappresentanza mediatica
Si completa il "piano editoriale" del Centrodestra
Con l’annunciata querela del ministro Crosetto a “Il Giornale” diretto da Alessandro Sallusti si assiste a una definitiva composizione del panorama editoriale di orientamento di destra.
Per mesi si è cercato di capire di quale e quanta rappresentanza dovesse godere la Lega di Matteo Salvini visto che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva ottenuto con Mario Sechi alla direzione di Libero (suo portavoce in una breve, ma intesa esperienza a Palazzo Chigi) l’adeguata copertura mediatica.
Lo si è compreso stamattina con quella prima pagina sparata da Il Giornale - il quotidiano fondato da colui che è stato una delle più grandi penne italiane, Indro Montanelli - che ha messo sul banco degli imputati il ministro della Difesa di Fratelli d’Italia titolando: “Inchiesta su Crosetto”.
Guido Crosetto
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All’interno dell’articolo si riporta il resoconto dell’incontro tra il cofondatore di FdI e il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi diventato necessario dopo l’intervista rilasciata dallo stesso Crosetto al Corriere della Sera e le “preoccupazioni” su presunti complotti di una corrente della magistratura contro il governo Meloni.
Nel pezzo vergato da Luca Fazzo si legge che tra i pochi dati certi che si possono registrare c’è che l’esponente di Fratelli d’Italia “è stato sentito come persona informata sui fatti, ovvero testimone, e che le domande di Lo Voi vertevano tutte sulle recenti esternazioni di Crosetto: l’intervista al quotidiano milanese, la nota autografa del giorno successivo, l’intervento in aula a Montecitorio”.
Ma le piccole e pretestuose liti sulla magistratura sono dettagli secondari se si mette a fuoco il cuore della questione: il sostegno mediatico necessario per supportare la maggioranza di governo. Una questione che non riguarda evidentemente Forza Italia che con le reti Mediaset dei figli di Berlusconi è già posizionata bene.
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Molti osservatori non hanno dato il giusto peso all’operazione editoriale architettata dal senatore leghista Antonio Angelucci rilevando Il Giornale da Paolo Berlusconi. Perché non va dimenticato che Angelucci è sempre un esponente del partito di Matteo Salvini, la Lega.
E se gli altri due quotidiani dell’editore Angelucci si sono schierati con Meloni (Libero e Il Tempo), Il Giornale di Sallusti è stato per forza di cose spostato un po’ più vicino alla Lega e mentre ieri Giorgia Meloni e Matteo Salvini cercavano la giusta posa per la foto opportunity dopo aver chiarito l’episodio delle sparate anti-europee del Capitano domenica a Firenze nel raduno degli euroscettici, il garantista Alessandro Sallusti, ora più vicino alle ragioni del Carroccio, preparava il titolone su un’inchiesta che non esiste, al momento.
Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Impossibile non annotare questo sette dicembre come l’inizio di una guerra a bassa intensità tra gli alleati di governo che accompagnerà un’altra pazza e pericolosa campagna elettorale in vista del voto europeo del prossimo anno, ma anche come la data in cui il Centrodestra ha completato il proprio "piano editoriale". Tutto questo ragionamento, ovviamente, lascia fuori la Rai, su cui le mani della maggioranza sono state già posate da tempo.