Pensioni, il governo fa cassa per il decreto Lavoro: via 325 milioni
Riduzione dei fondi stanziati per i lavoratori precoci per finanziare il decreto Lavoro
Il governo fa cassa sulle pensioni. Via 325 milioni
"Si torna a fare cassa sulle pensioni". Lo scrive oggi Repubblica, secondo cui il governo si muove "per coprire una parte del decreto Lavoro, approvato nel consiglio dei ministri del primo maggio con 325 milioni. Questa volta attingendo ai fondi stanziati per l’anticipo pensionistico — l’Ape — riservato ai lavoratori precoci, a quanti cioè hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo, anche non continuativo, prima dei 19 anni".
Secondo Repubblica, "è la prima volta che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni usa le pensioni per coprire altri provvedimenti. Ma soprattutto perché ora lo fa agendo sull’unica Quota 41, così cara alla Lega di governo, esistente nel nostro sistema previdenziale".
L'opposizione si lamenta. “Il Governo che a scopo propagandistico promette Quota 41, nel decreto approvato il 1º maggio fa nuovamente cassa sulle pensioni togliendo 325 milioni di euro al fondo per finanziare l’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci. È inaccettabile una circostanza del genere, che arriva dopo il taglio delle rivalutazioni operato in legge di Bilancio e la cancellazione, di fatto, di Opzione Donna. Dicevano di essere ‘pronti’, evidentemente solo a tartassare cittadini e pensionati”. Lo afferma il deputato e vicepresidente del M5S Michele Gubitosa.
Fisco, Leo: "Taglio al cuneo stabile e con tredicesima tassata al 15% in 2024"
La volontà del governo "è certamente quella di stabilizzare il beneficio" del taglio del cuneo fiscale varato con il decreto legge del primo maggio. E' questo l'obiettivo indicato da Maurizio Leo, vice ministro all'Economia e alle Finanze, in un'intervista al Corriere della Sera. "Il governo - sottolinea- ha intanto rafforzato il potere d'acquisto delle famiglie, visto che l'inflazione è ancora alta. Ma, evidentemente, c'è anche un'esigenza, per così dire, strutturale, visto l'elevato livello del prelievo fiscale-contributivo sui lavoratori. Per questo la volontà è certamente quella di stabilizzare il beneficio. Non è possibile pensare di togliere il prossimo anno quel che si è deciso di dare ora. Tuttavia, lo si dovrà fare avendo ben chiaro che ci sono compatibilità finanziarie da rispettare, che saranno più chiare in autunno con la Nota di aggiornamento del Def".
Ora, spiega, "le retribuzioni lorde di 25mila euro raggiungeranno un guadagno netto di circa 100 euro al mese, comprendendo i precedenti tagli del cuneo. Questo è l'aumento massimo. Oltre 25mila e fino a 35mila il taglio complessivo è di sei punti. In questa fascia, quindi, il vantaggio scenderà un po' rispetto ai 100 euro. Nei prossimi giorni potremo fare degli esempi più precisi". Nel 2024 dovrebbe scattare la riduzione dell'Irpef e il taglio del cuneo potrebbe essere assorbito in questa operazione. "Credo che i due percorsi possano coesistere anche se occorre una valutazione attenta delle risorse. È difficile fare oggi previsioni. Ma alcuni dati consentono un cauto ottimismo, in particolare le stime preliminari sul Pil del primo trimestre che segnalano una crescita dello 0,5 per cento, con una dinamica dell'1,8 per cento sull'intero 2023: un risultato significativamente più elevato rispetto alle previsioni del Def (+1 per cento).
Quanto poi alla tredicesima con meno tasse, questa scatterà "nel 2024, quando comincerà a essere attuata la delega", chiarisce Leo. "In essa si prevede anche la flat tax incrementale per i dipendenti. Credo che la tredicesima possa essere assimilata a un "reddito aggiuntivo" e quindi trattato con l'aliquota agevolata del 15 per cento. Così, tra l'altro, si sosterrebbero i consu mi delle famiglie in un periodo particolare. Sarebbe un segnale molto importante, sempre tenendo conto delle risorse e del fatto che non sono possibili fughe in avanti". E per gli autonomi? "Sarà eliminata l'Irap per le società personali e per le associazioni professionali. Poi ci sono le semplificazioni, a partire dal calendario delle scadenze fiscali. Ancora: per i professionisti che si avvalgono di dipendenti avremo la riduzione delle ritenute sui loro compensi e la neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione. Le società personali in contabilità ordinaria potranno optare per l'Iri, rendendo il sistema neutro rispetto alla forma giuridica scelta".