Pensioni, Opzione donna ancora in alto mare: spunta una nuova ipotesi. Novità

Si scalda di nuovo il capitolo pensioni: maggioranza e governo stanno ancora ragionando sulla possibilità di modificare Opzione donna

Economia

Pensioni, Opzione donna: spunta l'ipotesi di una proroga semestrale secca. Le novità

Non c'è pace per Opzione donna. Il prepensionamento anticipato riservato alle sole lavoratrici, sia del settore privato che pubblico, che consente di uscire dal lavoro con uno sconto medio di 53 mesi, ovvero poco più di quattro anni, rispetto ai requisiti ordinari, non trova ancora una quadra. Maggioranza e governo stanno infatti ancora ragionando sulla possibilità di modificare (davvero oppure no) Opzione donna. Vediamo nel dettaglio le principali novità. 

Pensioni Opzione donna, la proposta in manovra 

L'attuale manovra economica, in discussione al Parlamento ed emendabile entro il 31 dicembre, varata dal governo, che cosa ha stabilito? L'esecutivo Meloni, nella nuova Legge di Bilancio, ha di fatto prolungato di un anno Opzione donna, ma con una maggiore "stretta" su due principali fronti. In primis, il canale di uscita anticipata dal lavoro è riservato solo a tre diverse categorie di lavoratrici: caregiver, portatori di invadilità e dipendenti di aziende che hanno dichiarato uno stato di crisi.

Oltre a questi prerequisiti va considerata  l'età anagrafica (e il numero di figli). L'età è stata fissata a 60 anni con una clausola: può scendere di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due. Una scelta che secondo alcuni risulta discriminatoria, finalizzata a penalizzare le donne senza figli.

Il bacino infatti di chi potrebbe potenzialmente beneficiare dell'uscita anticipata è di solo 2.900 lavoratrici per un costo di 20,8 milioni contro i 110 milioni della proroga “secca” decisa lo scorso anno dall’esecutivo Draghi lasciando invariato lo schema di pensionamento: 58 anni d’età (59 per le ”autonome”) e 35 di contributi. Ora quindi sul tavolo del governo spunterebbe una nuova ipotesi: una proroga secca ma per soli sei o otto mesi, in attesa della definizione della riforma complessiva della previdenza.

Pensioni Opzione donna, le reazioni politiche 

Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore già lunedì 5 dicembre dovrebbe essere fatto un primo punto tra maggioranza e governo sulla possibilità di modificare Opzione donna. Per il Pd, come ha sottolineato Debora Serracchiani, quella decisa dal governo è "una stretta miope. Un passo indietro a cui ci opporremo con forza". Anche per  pià Europa Opzione donna, in tale termini, è "discriminatoria e incostituzionale".

Ilaria Donatio, coordinatrice della scuola politica sulla parità di genere di Più Europa, ha dichiarato: "Il balletto del governo, un passo avanti e due indietro, prosegue senza sosta. L'ennesima retromarcia annunciata riguarda 'Opzione donna' che disciplina la pensione anticipata da parte delle donne. Possibile che nella stesura del testo originario nessuno tra i tecnici a disposizione dell'esecutivo abbia eccepito ciò che è evidente a tutti? E cioè che si tratta di una norma che attribuisce un valore maggiore alle donne che hanno procreato rispetto alle altre è palesemente discriminatoria e dunque incostituzionale". Anche al ministro del Lavoro, Marina Calderone, non dispiacerebbe tornare appunto a una "proroga secca", per un arco limitato di tempo, in attesa di una nuova riforma complessiva. 

 

 

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