Pensioni, Opzione donna verso la modifica: governo in cerca di coperture

Non c'è pace per la misura pensata per far uscire in anticipo le donne dal lavoro: che cosa potrebbe cambiare

Economia

Pensioni, il governo al lavoro sulla modifica di Opzione donna. Obiettivo: rendere la misura più inclusiva

Manovra pronta per la discussione al Parlamento. La Finanziaria, ha stabilito la conferenza dei capigruppo, approderà in Aula a Montecitorio il 20 dicembre. Ma qualcosa già traballa. Tra le numerose misure messe nel mirino dalle opposizioni spunta anche Opzione Donna. Dal primo gennaio 2023 oltre a Quota 102, cambia infatti anche il prepensionamento anticipato riservato alle sole lavoratrici, sia del settore privato che pubblico. La misura consente di uscire dal lavoro con uno sconto medio di 53 mesi, ovvero poco più di quattro anni, rispetto ai requisiti ordinari. Il patto è accettare il ricalcolo dell'assegno con il sistema contributivo. Nella finanziaria 2022 la possibilità di uscire in anticipo dal mondo del lavoro è stata usata da tutte le lavoratrici in possesso di 35 anni di contribuiti e 58 o 59 anni di età. 

Opzione donna, la proposta del governo Meloni 

Mentre con l'ultima manovra economica targata Meloni, l'accesso a Opzione Donna è stato vincolato a una “condizione soggettiva” che la lavoratrice deve possedere al momento della domanda. Il prossimo anno infatti Opzione Donna avrebbe dovuto riguardare soltanto caregiver, portatori di invalidità o lavoratrice licenziata o dipendente da imprese in crisi, per le quali "è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d'impresa".

Ora però il governo, secondo le ultime indiscrezioni stampa, sembra voglia ritoccare di nuovo Opzione Donna. Il motivo? Le numerose pressioni arrivate da più parti, in primisi dai partiti dell'opposizione. L'obiettivo sarebbe quello di rendere la misura maggiormente inclusiva, al netto delle coperture economiche a disposizione. La formulazione molto restrittiva messa nero su bianco in manovra potrebbe quindi subire nuove modifiche. Ma il quadro operativo è ancora piuttosto nebuloso. 

Pensioni Opzione donna, che cosa potrebbe cambiare 

In primis, continua a far discutere la clausola che lega l’uscita anticipata dal lavoro al numero dei figli: il governo sembra intenzionato a tornare sui suoi passi e trovare una soluzione comune. L’ultima versione di Opzione donna, presentata dal governo- come detto qui sopra- ha limitato la possibilità di andare in pensione anticipata solo a una  platea ristretta di donne lavoratrici, quali caregiver, invalide almeno al 75% e licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Ma non solo requisiti specifici. Il governo ha posto anche dei limiti anagrafici: l'età è stata fissata a 60 anni con una clausola: può scendere di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due. Una scelta che secondo alcuni risulta discriminatoria, finalizzata a penalizzare le donne senza figli. L'ultima ipotesi prevede quindi, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, di cancellare questo ultimo passaggio. Per modificare la norma, però, in senso più ampio servirebbero adeguate coperture economiche.

 

 

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