Pensioni, scoppia una nuova grana "esodati" con la quota 103

L'intervista a un ex lavoratore autonomo, che ha fatto domanda per la pensione anticipata ma che ad oggi "non ha visto nemmeno un euro"

di Zaira Lavanga
Economia

Pensioni, ecco chi sono i nuovi esodati: "Con quota 103 non si è visto ancora nemmeno un euro"

Sono oltre 10mila i nuovi esodati. A finire nel limbo questa volta ci sono gli aventi diritto alla cosiddetta quota 103, o - come la definisce l'Inps - la pensione anticipata flessibile, che prevede due requisiti: un'anzianità contributiva di 41 anni e un'età anagrafica di 62 anni, la cui somma dà appunto valore di 103.

Tra i nuovi esodati c'è Pietro, un ex informatico di Ivrea (Torino), 63 anni e 42 di contributi già alla data del 31 dicembre 2022, che intercettato da Affaritaliani dichiara: "Io, essendo un lavoratore autonomo, ho dovuto chiudere la partita Iva per poter fare la domanda sul portale Inps ed accedere al beneficio, ma ad oggi non ho visto un euro".

"Il problema - prosegue Pietro - è che ci sono tante persone che si sono dovute licenziare e che ora sono senza lavoro e senza pensione, privi di alcun reddito. E come se non bastasse, in questa assurda situzione non abbiamo avuto, per mesi, nessuna risposta ufficiale da parte dell'ente operativo nella fattispecie, ovvero l'Inps". 

Mi spieghi meglio...

"Innanzitutto, noi ex lavoratori che abbiamo raggiunto i requisiti a dicembre 2022 per aderire a quota 103 non abbiamo avuto la possibilità di inoltrare la domanda prima di fine febbario 2023, in quanto mancavano i decreti attuativi. Ma da lì siamo poi caduti in un vero e proprio limbo, a causa di problemi organizzativi non ancora chiari. In tutto questo tempo le domande sono sempre risultate in elaborazione o giacenti. E soprattutto, alle richieste tramite info o reclami, l’Inps ha risposto che non ci sono ancora le procedure per la gestione e la lavorazione delle domande e - cosa assurda - non è pronto il software per elaborare i cedolini dei pagamenti. Dopo i tre mesi di finestra, dalla pubblicazione della norma in Gazzetta Ufficiale, ad aprile e maggio non è stata accreditata nessuna pensione".

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E' così, quindi, che si è giustificato l'Inps. Ma lei che è un ex informatico cosa ne pensa?

"Sì, è proprio così. Io non conosco la complessità di questo progetto, però sinceramente, per quello che ne so, cinque mesi - da quando la legge è stata approvata - mi sembrano un po’ tanti per realizzare un software. Posso aggiungere un'altra cosa?

Dica...

"Ciò che mi stupisce di più è che non c'è stata mai una presa di coscienza sul problema, nè da parte istituzionale nè da parte mediatica. Io non penso più di essere un cittadino, ma un suddito. Eppure quei soldi io li ho dati allo Stato italiano".

Cosa avrebbe voluto?

Beh, tanto per dirne una, mi sarebbe piaciuto vedere Pasquale Tridico (l'ormai ex presidente dell'istituto previdenziale, ndr) andare in tv e dire: "Signori, chiedo scusa, abbiate pazienza, abbiamo avuto dei problemi nel fare questa cosa". Invece non c'è stata mai alcuna comunicazione ufficiale. Se io, e tanti come me, hanno avuto delle risposte è solo tramite canali informali, magari grazie all'impiegata allo sportello Inps che non ci ha sbattuto la porta in faccia ma ci ha fatto presente di questi problemi tecnici/informatici. 

Adesso com'è la situazione?

Oggi, in realtà, qualcosa si è mosso. Proprio questa mattina mi è stato detto, nel corso di una telefonata con l'Inps, che la situazione si è sbloccata e la pensione dovrà essere in pagamento il prossimo mese, cioè a giugno. Ma per questo, ripeto, devo ringraziare ancora una volta un impiegato e la sua buona volontà. Fatto sta che sul portale Inps io al momento non vedo ancora nessun aggiornamento. Anzi, non vedo nemmeno più la mia domanda. Spero solo che non sia l'ennesimo segnale negativo. 

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