Piadina romagnola, l'Ue stravolge la ricetta classica: ecco nuovi ingredienti

Il disciplinare approvato dall’Unione Europa apre a novità come latte, miele e farina di farro. Cesena: "L'originale è solo la nostra"

Ragazza mangia piadina
Economia

Piadina romagnola Igp, l'Unione europea apre a nuovi ingredienti

Un cambio di passo non indifferente, quello che riguarda uno dei prodotti più popolari sulle tavole degli italiani: la piadina. Meglio ancora, la piadina romagnola Igp, che solo nel 2022 ha raggiunto un valore di produzione di 34 milioni di euro.

Come scrive il Resto del Carlino, la ricetta tradizionale del così chiamato “pane dei poveri” – farina 00, acqua, sale, strutto o olio d’oliva, lievito – sta per cambiare. Il “via libera” a nuovi ingredienti arriva nientemeno che dall’Unione europea: pur mantenendo il marchio si potranno infatti aggiungere anche altri prodotti come il latte vaccino, i miele di fiori e l’olio di semi di girasole, che deve comunque restare in percentuale inferiore rispetto all’extravergine di oliva. Il presidente del Consorzio di promozione e tutela della piadina romagnola, 12 aziende artigiane associate in Romagna e nel Bolognese, Alfio Biagini, spiega: “È quanto accadeva quando la produzione era casalinga, e ogni famiglia ritoccava in modo più o meno evidente la ricetta di base". ll "nuovo" disciplinare, già approvato dall’Ue, "potrà permettere a più produttori, in gran parte – ma non solo – piccolissime imprese, di partecipare alla produzione Igp Piadina Romagnola, utilizzando le ricette che loro adottano da molto tempo".

Piadina romagnola Igp. Da Cesena insorgono: "L'originale è solo la nostra"

“Ormai da Milano a New York – aggiunge Angelo Spanò, responsabile di Confesercenti Cesenate – la piadina la puoi trovare ovunque. Ma il nostro punto di vista è che quella vera, l’originale piadina romagnola, sia solo quella dei chioschi, che riprendono in toto le tradizioni nate nelle nostre case. Probabilmente il riferimento gastronomico più noto di questa terra, a pieno titolo”. Spanò prende in ogni caso atto del fatto che in questo modo la piadina può "emigrare" in tutto il mondo facendosi conoscere e, di conseguenza, invogliando chi la assaggia magari ad approfittare di un viaggio per cimentarsi con la versione più nostrana possibile.

Difendere la tradizione non significa arroccarsi, ma neanche appiattire ogni peculiarità. Il cibo racconta il territorio nel quale viene preparato e questo vale certamente anche per la piadina. Non siamo qui a voler impedire la sua diffusione, ma a voler puntualizzare che il riferimento è qui, a casa nostra, nel nostro territorio: Cesena, Cesenatico… Con un sorriso dico che sono pronto ad aggiungere anche Rimini… Scherzo, ovviamente, ma resto sul punto".

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