Piombino, caos rigassificatore. Il sindaco: "Impugneremo l'autorizzazione"
Mentre il presidente della Toscana Giani firma l'intesa con il governo, il sindaco Ferrari ribadisce il "no" della comunità e avverte: "Faremo ricorso al Tar"
Rigassificatore Piombino, il sindaco Ferrari: "La firma non cambia l'evidenza, Giani voleva l'autorizzare fin dal primo giorno"
Rigassificatore sì, rigassificatore no. A Piombino è di nuovo caos. Dopo che stamani il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, in veste di commissario straordinario del Governo ha firmato l'autorizzazione all'installazione del rigassificatore che resterà nel porto di Piombino per tre anni, il sindaco Ferrari (Fdi) ribadisce il suo "no" (e quello della comunità) all'iter autorizzativo. Se da una parte, con l'inverno alle porte, la guerra in Ucraina, e la crisi energetica in corso, Piombino rappresenta per l'Italia una fonte di approvvigionamento di gas preziosa, dall'altra non si possono trascurare i campanelli di allarme che arrivano dal territorio.
Ad alzare le barricate è il primo cittadino della città Francesco Ferrari. "Dal nostro punto di vista la firma dell'autorizzazione alla realizzazione dell'opera da parte del Commissario Eugenio Giani non sposta il punto: aveva annunciato già venerdì a coda della Conferenza dei servizi che sarebbe andato avanti e l'ha fatto. Dopo tutto, volontà già affermata fin dal primo giorno. Altrettanto, noi avevamo risposto che avremmo impugnato l'autorizzazione di fronte al Tar e lo faremo", ha affermato Ferrari, commentando l'autorizzazione firmata oggi dal presidente della Regione Toscana.
Rigassificatore Piombino, l'affondo del sindaco: "L'iter autorizzativo fa acqua da tutte le parti"
"Il percorso amministrativo, così come impostato dal Commissario straordinario Giani, è stato proiettato fin da subito a concedere l’autorizzazione, non a valutare la fattibilità dell’opera, e non ha tenuto conto delle enormi criticità che il Comune di Piombino ha sollevato - spiega Ferrari in una nota - Inoltre, lo ha addirittura voluto blindare attraverso l’intesa Stato Regione, un atto prettamente politico. Il decreto che disciplina l’iter burocratico parla chiaro: il Governo propone l’opera e la Regione si fa garante del territorio chiedendo anche un parere alla Provincia e al Comune. Il parere del Comune è stato ovviamente negativo ma Eugenio Giani, questa volta in qualità di presidente della Regione, ha comunque firmato l’intesa".
"L'intero procedimento, però, fa acqua da tutte le parti e pone le basi concrete sulle quali costruiremo il ricorso. Poco importa se l’intesa e la relativa autorizzazione sono condizionate all’accettazione del Memorandum; un documento che sembra più un tentativo di lavarsi la coscienza che uno strumento concreto per il rilancio del territorio. Quel documento è una lista di richieste vuota e lontana dalle reali esigenze di Piombino - conclude Ferrari - Da quel documento emerge chiaramente quanto il commissario Giani sia poco aggiornato sulla storia della città e non conosca minimamente il territorio, il suo cambio di passo e le relative nuove esigenze. A onor del vero, una cosa è evidente da tempo: se Giani conoscesse Piombino certamente non avrebbe scelto di essere il promotore di un rigassificatore nel suo porto".
Rigassificatore Piombino, ecco il progetto per la città dopo il via libera
Ripercorriamo le tappe. L'iter per il nuovo rigassificatore di Piombino è iniziato con la presentazione del progetto di Snam e proseguito fino alla chiusura della Conferenza dei servizi venerdì scorso. Da domani Snam può procedere a installare le opere propedeutiche all'arrivo della nave di rigassificazione nella banchina del porto di Piombino, perché possa poggiare stabilmente e per arrivare alla rete nazionale del gas.
Con il via libera del presidente della regione Toscana, Eugenio Giani all'autorizzazione all'installazione del rigassificatore nel porto di Piombino si compie un passo decisivo per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti in Italia per far fronte allo stop delle forniture di gas russo legato al conflitto in Ucraina. Il nuovo rigassificatore sarà in grado di garantire dalla prossima primavera 5 miliardi di metri cubi di gnl all'anno. Con il rigassificatore di Ravenna, che nei giorni scorsi ha ottenuto il via libera bipartisan del Consiglio comunale al progetto del rigassificatore galleggiante che sarà ancorato al largo della costa si arriverà complessivamente a circa 10 mld metri cubi l'anno.
I due rigassificatori che complessivamente hanno una capacità di rigassificazione di circa 10 miliardi di metri cubi l'anno si aggiungeranno quindi ai tre già attivi di Panigaglia, di Livorno e di Rovigo che complessivamente hanno una capacità di circa 16,25 mld di metri cubi l'anno. Nel dettaglio il rigassificatore di Panigaglia di Snam, in provincia di La Spezia, ha una capacità di 3,5 miliardi di metri cubi l'anno; l'Olt, il rigassificatore galleggiante al largo di Livorno (detenuto al 49% da Snam, al 48,2% da First Sentier Investors e al 2,69% da Golar Lng 2,69%) ha una capacità di 3,75 mld di metri cubi l'anno mentre l'Adriatic Lng, l'impianto posto al largo di porto Viro in provincia di Rovigo, (detenuto al 70,7% da ExxonMobil, al 22% da Qatar Energy e al 7,5% da Snam) ha una capacità di 9 miliardi di metri cubi l'anno.
Le due unità galleggianti (Floating Storage and Regasification Units, Fsru) rispettivamente Golar Tundra, quella destinata a Piombino, e Bw Singapore, quella destinata a Ravenna, recentemente acquistate da Snam hanno ciascuna una capacità di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl) e una capacità di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi l’anno. Questi rigassificatori galleggianti sono dei terminali in grado di stoccare e rigassificare il gas naturale. Si tratta di navi collocate in prossimità di un’area portuale, in banchina o al largo, che ricevono Gnl a una temperatura di -160°C da altre navi metaniere e lo rigassificano (ovvero lo portano allo stato gassoso) per poterlo immettere nella rete nazionale di trasporto del gas. Nel mondo esistono attualmente 48 Fsru, di cui 25 con una capacità di stoccaggio di Gnl compresa tra 160mila e 180mila metri cubi.
Questi due nuovi rigassificatori che permetteranno all'Italia di rafforzare la sua sicurezza energetica non potranno sostituire completamente le forniture di gas dalla Russia ed è proprio per quello che sono allo studio diversi progetti per rafforzare ulteriormente le capacità di approvvigionamento. Nei giorni scorsi l'ad di Eni, Claudio Descalzi ha spiegato come sarebbe utile riavviare il rigassificatore di Gioia Tauro: "Il gas - aveva spiegato - ci accompagnerà ancora per molto tempo e abbiamo bisogno di una ridondanza di installazioni. La Spagna consuma 30 miliardi di metri cubi ma ha rigassificatori per 65-70 miliardi metri cubi, noi ne consumiamo 75 ma abbiamo rigassificatori per 17 miliardi. E' chiaro che avere i 2 mobili da 5 miliardi e avere un ulteriore terzo entrerebbe in quella ridondanza di infrastrutture che può far tenere i prezzi più bassi perché in un mercato libero l'offerta deve superare la domanda non ci sono santi per avere dei prezzi bassi e il nostro sforzo è quello ma poi bisogna avere anche degli elementi di recezione".
Il riavvio del rigassificatore di Gioia Tauro, quindi, sarebbe auspicabile ma rafforzando la dorsale adriatica dove, aveva spiegato Descalzi, oggi può passare solo un limite di metri cubi. E proprio la cosiddetta 'Linea Adriatica', il progetto finalizzato a rafforzare la rete gas nel Centro Italia, composto da cinque tratti di metanodotto distinti (due dei quali già in esercizio da alcuni anni) finalizzati a incrementare la capacità di trasporto gas da Sud verso Nord, è ancora in attesa di autorizzazione per gli ultimi due tratti. Una 'Linea Adriatica' che assume particolare rilievo nella prospettiva di un potenziale ulteriore incremento dei flussi da Sud, legata per esempio a un’espansione del gasdotto Tap, a un maggiore apporto dall’Algeria e dagli altri punti di ingresso del Centro-Sud oppure a futuri nuovi progetti di importazione, come previsto dalla Comunicazione del RePowerEu. Il livello di riempimento degli stoccaggi in Italia si attesta ad oltre il 94% (94,8% al 23 ottobre ) contro 93,61% come media Ue.