Prestiti, il crollo sembra irreversibile: -42%, domanda ai minimi dal 2003

Pesano i rialzi dei tassi della Bce che aumenterà il costo del denaro di altri 25 punti

di Redazione Economia
(foto Ipa)
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Il grande crollo dei prestiti. La domanda torna indietro di 20 anni

Ulteriore stretta sulle condizioni di concessione di credito bancario nella zona euro nel II trimestre. Secondo la 'Bank lending survey' diffusa dalla Banca centrale europea, gli standard di credito si sono ulteriormente inaspriti per tutte le categorie di prestiti e la domanda di prestiti è fortemente diminuita, sia per le imprese che per le famiglie. Come riporta la Stampa, nel secondo trimestre dell’anno la contrazione è stata del 42 per cento rispetto a un anno prima. Già nei primi tre mesi dell’anno la flessione era stata significativa, -38%, ma si è acuita.

In particolare, le banche hanno segnalato una forte flessione netta di domanda da parte delle imprese di prestiti o di prelievi di linee di credito nel secondo trimestre, scesa al minimo storico dall'inizio dell'indagine nel 2003. Anche nel trimestre precedente la flessione netta è stata sostanzialmente più forte delle attese delle banche. L'aumento dei tassi di interesse e il minor fabbisogno di finanziamento per gli investimenti fissi sono stati i principali fattori della riduzione della domanda di prestiti.

Per il terzo trimestre, le banche prevedono un ulteriore calo netto della domanda di prestiti alle imprese, anche se molto più contenuto rispetto al secondo trimestre. Le banche dell'area dell'euro hanno poi registrato una forte flessione netta di domanda di mutui per la casa che, tuttavia, è stato inferiore al calo netto molto ampio nei due trimestri precedenti. L'aumento dei tassi di interesse, l'indebolimento delle prospettive del mercato immobiliare e la scarsa fiducia dei consumatori hanno contribuito negativamente alla domanda di prestiti per l'acquisto di abitazioni.    

C'è stata anche una netta diminuzione della domanda di credito al consumo e altri prestiti alle famiglie, trainato principalmente dall'aumento dei tassi di interesse e dalla scarsa fiducia dei consumatori. Nel terzo trimestre del 2023, le banche prevedono un'ulteriore, anche se marcatamente meno pronunciata, diminuzione netta della domanda di mutui per l'edilizia abitativa e una diminuzione netta leggermente inferiore della domanda di credito al consumo.

La tendenza, come racconta la Stampa, è anche italiana. 

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