Rete, nuovo round tra Cdp-Vivendi e governo: trattativa in salita
Nel pomeriggio del 20 dicembre nuovo incontro tecnico, giovedì 22 ulteriore round: ma filtra preoccupazione
Rete, nuovo round tra Cdp-Vivendi e governo: trattativa in salita
Dopo l’entusiasmo dei giorni scorsi, il dossier rete ritorna incandescente. Un incontro si terrà nel pomeriggio di oggi, 20 dicembre, tra Cdp-governo e Vivendi. Un altro è previsto per giovedì. Ma i sussurri che Affaritaliani.it ha potuto raccogliere in esclusiva non sono del tutto positivi. Una fonte accreditata riferisce che si tratta di un’operazione molto complicata, almeno per come si sta configurando ora. E questo perché tutte le parti in causa rivendicano privilegi.
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Poi c’è un piccolo giallo all’interno della trattativa. Una questione di etichetta che però in un momento come questo potrebbe essere rilevante. È risaputo che, nell’incontro di giovedì scorso 15 dicembre fossero presenti il ministro del Made in Italy Adolfo Urso – per un saluto introduttivo – Arnaud De Puyfontaine, gran capo di Vivendi e Francesco Mele, ceo di Cdp Equity. Proprio l’assenza di Dario Scannapieco, amministratore delegato della Cassa, sarebbe stata notata da alcuni interlocutori. I rapporti, comunque, rimangono cordiali. La certezza è che, se e quando si dovrà stringere, al tavolo siederanno i protagonisti.
L’incontro di oggi, comunque, così come quelli futuri, sarà un tavolo tecnico che non prevede la presenza dei “big” (il sottosegretario Butti, De Puyfontaine, Scannapieco e via dicendo) ma solo i collaboratori più accreditati oltre alla conferma di Francesco Mele. Il problema è sempre quello: la fattibilità di un accordo che tutti vogliono ma che nessuno riesce a far quadrare secondo le giuste esigenze. Sappiamo che per 21-22 miliardi si potrebbero registrare passi avanti significativi. Ma il tempo stringe e la necessità di trovare un accordo si fa sempre più cogente.
Partendo dai tre capisaldi che Alessio Butti ha dichiarato ad Affaritaliani.it a luglio di quest’anno: la rete deve essere unica, italiana e non verticalmente integrata. Su questi tre pilastri deve fondarsi la trattativa. Mentre sullo sfondo Pietro Labriola continua a riflettere su misure alternative che potrebbero aiutare l’azienda a ripartire. Nei giorni scorsi ha dichiarato che il debito deve essere abbattuto e che, di conseguenza, qualcosa bisogna sacrificare. Ma cosa?
La separazione della ServiceCo e della NetCo è ormai acclarata: ma con quali perimetri? Nei giorni scorsi si è saputo che il governo vorrebbe a controllo pubblico anche Sparkle, cioè l’azienda che si occupa della gestione dei cavi. E c’è da ricordare che anche Noovle, cioè il cloud, non può essere ceduto al miglior offerente. Tutti gli indizi, dunque, continuano a portare a Tim Brazil che, però, è anche la “gallina dalle uova d’oro”. Si vedrà. Il tavolo di oggi, intanto, segna uno snodo fondamentale. Fonti vicine al governo, infatti, riferiscono ad Affari che potrebbe essere la volta buona per iniziare a diradare le nubi.