Shopping, via ai saldi di luglio. Ma occhio ai furbi: come evitare le truffe

Salvi estivi di luglio al via: gli sconti proseguiranno per sei settimane in tutta Italia. Regole più stringenti per i negozianti. La guida per lo shopping

di Redazione Economia
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Saldi ai blocchi di partenza. Via il 6/7. Ecco quando iniziano di Regione in Regione e le novità

Giovedì 6 luglio partirà la "stagione" dei saldi, con date differenti di inizio da Regione in Regione. Saldi ce andranno avanti per sei settimane.

Per la prima volta, riporta l'Agi, la stagione degli sconti non si aprirà quindi nel primo sabato del mese: Abruzzo: 6 luglio-2 settembre, Basilicata: 6 luglio – 2 settembre, Provincia di Bolzano: 14 luglio (18 agosto nei comuni turistici) – 11 agosto (15 settembre nei comuni turistici), Calabria: 6 luglio – 30 agosto, Campania: 6 luglio – 30 agosto, Emilia Romagna: 6 luglio – 31 agosto, Friuli Venezia Giulia: 6 luglio – 30 settembre, Lazio: 6 luglio – 16 agosto, Liguria: 6 luglio – 16 agosto, Lombardia: 6 luglio – 30 agosto, Marche: 6 luglio – 31 agosto, Molise: 6 luglio – 31 agosto, Piemonte: 6 luglio – 31 agosto, Puglia: 6 luglio – 15 settembre, Sardegna: 6 luglio – 30 agosto, Sicilia: 6 luglio – 15 settembre, Toscana: 6 luglio – 31 agosto, Provincia di Trento: scelgono autonomamente i commercianti le date di inizio e fine Umbria: 6 luglio – 31 agosto, Valle D’Aosta: 6 luglio – 30 settembre, Veneto: 6 luglio – 30 agosto.

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La principale novità di quest'anno, come fa sapere il Codacons, "riguarda la pratica di alzare il prezzo di un prodotto prima di applicare la percentuale di sconto durante i saldi. Un illecito che ora non sarà più attuabile: la nuova normativa prevede infatti l’obbligo per i negozianti di indicare chiaramente, oltre alla percentuale di sconto e al prezzo finale, anche il prezzo più basso (e non più il prezzo di listino) applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni precedenti. Quindi quando gli sconti divengono via via più alti, come accade durante i saldi, il prezzo precedente da indicare è quello riferito ai 30 giorni antecedenti l’avvio dei saldi. I commercianti che non si atterranno a tale nuova regola, vanno incontro ad una sanzione pecuniaria da 516 a 3.098 euro”.

Una misura che adesso si applicherà non solo ai negozi fisici, ma anche alle vendite sul web e alle piattaforme di e-commerce.

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Per non incappare in fregature, l'associazione dei consumatori invita a seguire alcune regole base: prima tra tutte conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Avete due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.

Ancora, prestare attenzione ai saldi "veri": la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. State alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti. Un invito poi è rivolto ai consumatori: nei giorni che precedono i saldi andate nei negozi a cercare quello che vi interessa, segnandovi il prezzo; potrete così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andrete a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti, ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.

E ancora: diffidare degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova; non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile e deve esserci l’indicazione del prezzo praticato negli ultimi 30 giorni prima dell’avvio dei saldi. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Occorre ricordare, inoltre, che il commerciante è obbligato ad accettare forme di pagamento elettroniche (carte, bancomat) anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.

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