Sfratto per il Caffè Greco dopo due secoli di storia: “Intervenga il Comune”

L'antico bar museo di via Condotti a Roma rischia (ancora) lo sfratto dall'ospedale Israelitico. Nessuna apertura per ora, si chiede aiuto al sindaco Gualtieri

di Redazione Economia
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Il Caffè Greco di Roma rischia lo sfratto dopo due secoli

Torna la minaccia della chiusura per l’Antico Caffè Greco, lo storico bar-museo di via Condotti, proprio a due passi da piazza di Spagna. La proprietà dello stabile è l’Ospedale Israelitico, che ha deciso - senza soluzioni di compromesso pare - di sfrattare il bar “istituzione” della Capitale. Il locale infatti ha provato a contrattare con i conduttori per evitare la chiusura propondendo di versare fino a 35mila euro di affitto, ben il doppio della cifra versata fino ad ora mensilmente. In alternativa, i coniugi amministratori Carlo Pellegrini e Flavia Iozzi, hanno addirittura avanzato la proposta di acquistare le mura del locale, ma non sembra esserci alcuno spiraglio di negoziazione dall’altro lato.

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Chiusura del bar-museo: “Abbiamo bisogno che intervengano le istituzioni per tutelarci”

Per questo motivo, l’amministratore del Caffè Greco Carlo Pellegrini e sua moglie Flavia Iozzi non hanno altra strada percorribile se non fare appello a un intervento delle istituzioni in nome della rilevanza culturale che il locale rappresenta da anni. Il bar infatti vanta oltre due secoli di storia, che ha ospitato personalità dio spicco nel panorama nazionale e non solo.

Tra questi, si ricordano: Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Ennio Flaiano e persino il celebre scrittore di fiabe Hans Christian Andersen. Proprio per questo - e non da meno, alcuni rari pezzi da collezione - nel 1953, l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Antonio Segni, aveva stabilito di apporre il riconoscimento vincolante di “interesse particolarmente importante”, come testimonia tutt’oggi la targa apposta fuori il Caffè Greco. “Segni anticipò il concetto di “bene immateriale”, che allora per l’Unesco non esisteva ancora – spiega Pellegrini – Oggi il Caffè Greco non è tutelato da un vincolo solo in quanto museo, ma in quanto attività storica”.

La “mela della discordia” tra proprietà e gestori: le (storiche) mura

Il nodo cruciale del disaccordo tra le due parti sono la proprietà delle storiche mura. Queste infatti sono state nelle mani della famiglia Gubinelli per oltre un secolo, per poi passare sotto la proprietà dell’Ospedale Israelitico, che però oggi ha da ridire sul vincolo. L’amministratore Pellegrini aggiunge: “Anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sostiene che c’è un vuoto normativo. Il Caffè Greco è un bene culturale”. Questo vincolo, peraltro, era stato tutelato anche dal Mibact, che aveva definito proprietà e gestione come “due parti interessate che dovranno di conseguenza e necessariamente giungere a un accordo nel comune interesse. Finché un tale accordo non ci sia non è possibile eseguire alcuno sfratto”.

Di recente è arrivata una buona notizia per la gestione, con una sentenza del Tribunale di Roma, che lo scorso 4 aprile ha sancito: “che il vincolo va mantenuto anche sull’attività di caffetteria e pasticceria” . In proposito Pellegrini ha spiegato – Se domani fossimo costretti a chiudere l’attività, a fronte di richieste di affitto spropositate, quindi, l’Ospedale Israelitico sarebbe costretto a tenere tutto così com’è. Insomma, stando così le cose, conviene alla proprietà per prima, essere più conciliante e trovare un compromesso. Nel frattempo, lo storico Caffè Greco di via Condotti, non si arrende e continua a dare battaglia.

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