Tassi alti, le banche continuano a macinare profitti. E il 2024 sarà migliore
L'escalation nella regione del Medio Oriente è proprio uno di quegli eventi imprevedibili che potrebbero avere un impatto significativo
Tassi alti, le banche continuano a macinare profitti. E il 2024 sarà migliore
Fino a poche settimane fa, gli esperti che formulavano proiezioni sul settore bancario italiano sostenevano che, dopo un 2023 eccezionale, ci sarebbe stato un inizio di declino nel comparto. La ragione? La graduale diminuzione dei tassi di interesse, prevista e attesa dalla primavera in poi. In modo paradossale, è stato il Mar Rosso a mettere i mercati in uno stato di congelamento, come riportato da La Stampa. Le analisi finanziarie sono condotte senza considerare eventi geopolitici imprevedibili, e l'escalation nella regione del Medio Oriente è proprio uno di quegli eventi imprevedibili che potrebbero avere un impatto significativo.
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Le imbarcazioni non possono più transitare attraverso il Canale di Suez, i costi di trasporto aumentano, le consegne subiscono ritardi e le catene di produzione sono a rischio. In sintesi: c'è un forte rischio di aumento delle pressioni inflazionistiche. Di conseguenza, la Banca Centrale Europea (BCE), oltre a mantenere invariati i tassi, ha annunciato che a marzo verranno fornite le prime stime sull'impatto quantitativo della crisi e ha rinviato la decisione sulla diminuzione dei tassi. Il settore bancario italiano è di nuovo al centro dell'attenzione.
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Iniziamo con il 2023 dei cinque principali istituti di credito: secondo il consenso di Bloomberg, Banco Bpm, Bper, Intesa Sanpaolo, Mps e Unicredit dovrebbero registrare un aumento dei ricavi del 17% a quota 63 miliardi e profitti addirittura raddoppiati a quota 19 miliardi, grazie ai tassi di interesse più elevati degli ultimi anni. Gli esperti si aspettano che il quarto trimestre del 2023 confermerà il trend dell'anno e che l'esercizio fiscale si chiuderà con un forte slancio. Quanto al 2024, con un imminente taglio dei tassi, anche se senza una tempistica definita, le banche d'affari si mostrano prudenti. Deutsche Bank, nella sua ultima analisi, illustra i motivi per cui adotterà un approccio più cauto e selettivo verso le banche italiane. Equita, nel suo report più recente, indica che nei prossimi 12 mesi si concentrerà sulle performance dei singoli istituti meglio posizionati anziché privilegiare l'intero settore. A questo punto delle valutazioni entrano in gioco gli eventi geopolitici imprevedibili menzionati, con gli attacchi degli Houthi e le tensioni che influenzano le rotte delle navi mercantili in tutto il mondo, rallentando o impedendo le partenze.
La BCE, pochi giorni fa, ha affermato che "non è ancora il momento di parlare di tagli ai tassi di interesse", soprattutto perché "un ulteriore sviluppo del conflitto in Medio Oriente rappresenterebbe un rischio". L'incertezza tende a ritardare le decisioni, in particolare quelle sui tassi di interesse. Pertanto, il rallentamento previsto per le banche italiane potrebbe non verificarsi, o comunque non nei tempi e nei modi anticipati. Barclays ha ridotto le stime di utile netto degli istituti per il 2024 dello 0,1%, indicando che anche una piccola variazione nel quadro macroeconomico potrebbe portare a un nuovo record annuale. Bofa era già ottimista, considerando che il picco del margine di interesse delle banche non era ancora raggiunto e mantenendo un margine del 3% sopra il consenso per l'anno appena iniziato. Se il blocco dei tagli ai tassi persiste a causa delle tensioni nel Mar Rosso, la corsa delle banche italiane potrebbe non essere ancora conclusa.