Testamento Berlusconi, è guerra. Da Fascina alla busta non sigillata: i nodi
Le volontà di Silvio Berlusconi contenute nel testamento sono state visionate, ma il nodo non si è ancora sciolto. Ecco che cosa non torna
Berlusconi, busta non sigillata e la frase incriminata del testamento: i nodi
Emergono nuovi punti di domanda sul testamento di Silvio Berlusconi. Se da un lato le volontà sono state visionate, dall'altro un "nodo" (cruciale) non si è ancora sciolto. Come fa notare il Tempo.it c'è un punto importante mal digerito dagli eredi (dal figlio Pier Silvio alla primogenita Marina, fino ai più piccoli di casa): i lasciti elargiti nei confronti dell’ultima compagna Marta Fascina, del fratello Paolo Berlusconi, e del suo braccio destro Marcello Dell’Utri. La somma lasciata dal Cav ai tre è di ben 230 milioni di euro, che Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi vorrebbero evitare di donare. Per questo i cinque figli del Cavaliere, spiega il Tempo.it, si sono messi al lavoro, rivolgendosi a diversi esperti di diritto della successione per i quali il testamento risulterebbe impugnabile.
Come si legge sul sito online, "la parte dell’eredità di Silvio Berlusconi, indirizzata a tre delle figure più vicine a lui, è contenuta all’interno del terzo documento del testamento redatto da Silvio Berlusconi nel 2022, consegnato al notaio in una busta non sigillata: questo è un dato sul quale si vorrebbero appellare gli avvocati dei figli, anche se in realtà ciò non basta a confutare la validità del documento".
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Come ha spiegato il presidente dei notai italiani al Corriere della Sera, Giulio Biino, “il fatto che quel testamento fosse contenuto in una busta aperta non ne sminuisce il valore”. In effetti, i requisiti obbligatori (data, sottoscrizione e autografia) sono stati rispettati.
Ma non è tutto. Un ulteriore fattore di dibattito, come riportato da Il Quotidiano Nazionale, risiede nella frase “se non torno dall’ospedale…”, riferita a un ricovero del gennaio dello scorso anno. In questo caso due le possibili interpretazioni della giurisprudenza, spiega il Tempo.it, "la prima vede nella suddetta frase una condizione necessaria, relativa solo a quel ricovero: Berlusconi poi tornò a casa, e quindi questo potrebbe far annullare gli effetti del testamento; la seconda invece è una decodifica estensiva, cioè valida per ogni ricovero successivo al San Raffaele di Milano, e quindi anche l’ultimo". Il presidente dei notai ha poi centrato l’attenzione anche sulla forma utilizzata: il condizionale usato nella frase “dovreste riservare queste donazioni”, poiché, ha concluso Biino, “si potrebbe trattare anche di un semplice desiderio del testatore e non di previsioni dal carattere imperativo”.