Tim, Labriola sotto pressione, ma assist dall'Ue: la netco vale un mld in più

Se si dovesse trovare una quadra tra governo e Vivendi per la cessione della rete, Meloni&co. potrebbero chiedere di puntare su un ceo come Donnarumma

Pietro Labriola, Arnaud De Puyafontaine, Stefano Donnarumma
Economia

Tim, Labriola sotto pressione


 

Il viaggio di Pietro Labriola a Parigi ha due obiettivi: il primo, più istituzionale, è quello di ragguagliare i francesi di Vivendi (azionisti di Tim con il 24% delle quote) sulle due offerte giunte fino ad ora per l’acquisto della rete unica. Da una parte c’è Kkr – in leggero vantaggio – dall’altra Cdp con Macquarie che però ha il grande problema del via libera Antitrust. I francesi però non ci sentono proprio e non hanno intenzione di dare l’ok a nessuna delle due proposte.

E dunque il viaggio a Parigi potrebbe tramutarsi anche in un redde rationem in cui Labriola viene congedato dai francesi che vogliono iniziare un nuovo corso, come ha già annunciato in modo neanche troppo velato Arnaud De Puyfontaine. Che cosa farà il manager pugliese? A quanto può riferire Affaritaliani.it Labriola sarebbe anche pronto a tornare in Brasile, dove ha guidato per anni Tim Brasil. Il manager, tra l’altro, è sposato con una carioca e non vedrebbe il ritorno a casa come una diminutio ma, anzi, come un’opportunità di liberarsi da quel frullatore in cui è entrato a gennaio dello scorso anno.

Assist Ue a Tim: può aumentare il prezzo dei servizi wholesale in base all'inflazione. E la netco vale un miliardo in più

Via libera dalla Commissione Europea alla delibera dell'AgCom che rivede al rialzo i prezzi regolati dei servizi di accesso all'ingrosso alle reti in rame di Tim per il 2023.  E' quanto si apprende da fonti vicine al dossier. Lo scorso ottobre AgCom aveva avviato una consultazione pubblica per la definizione  dei prezzi di accesso alla rete Tim (rame e fibra) per il 2022-2023, con l'obiettivo di coprire il periodo intercorrente tra l'ultimo anno incluso nella precedente 'Analisi di mercato', il 2021, e l'entrata in vigore della prossima che l'Authority dovrebbe completare entro l'anno in corso.
   
Secondo quanto si apprende, la Commissione, a cui l'Autorità aveva notificato il provvedimento a fine marzo, avrebbe dato l'ok all'adozione della delibera finale, pur trasmettendo ad AgCom alcuni rilievi su temi come il mancato adeguamento dei prezzi anche per il 2022 e la procedura da seguire in futuro per l'aggiornamento del costo medio ponderato del capitale (Wacc). Dalla Commissione, infine, sarebbe arrivata una moral suasion all'AgCom per un'azione più tempestiva nella revisione dei prezzi dei servizi regolati al fine di assicurare una maggiore certezza a tutto il mercato.

Secondo Bloomberg, infine, Tim è in attesa di ricevere nuove offerte, migliorative, sulla rete. Si vedrà.

Il governo guarda con favore a Donnarumma

Se però la situazione dovesse precipitare, chi potrebbe essere indicato come nuovo amministratore delegato? Quello che può riferire Affaritaliani.it è che ci sarebbe una suggestione clamorosa: puntare su Stefano Donnarumma. Il quale, uscito con le ossa rotte dalla partita delle nomine, è alla ricerca di un altro incarico di prestigio.

Se, dunque, si dovesse trovare una quadra – al momento ancora piuttosto lontana – tra i francesi di Vivendi e il governo per la realizzazione della rete unica, ecco che Giorgia Meloni, di concerto con il fido Giovanbattista Fazzolari, Alessio Butti e Adolfo Urso potrebbe bussare alla porta di Donnarumma. Il quale verrebbe accolto con tutti i peana del caso. Anche perché la polemica intorno alla liquidazione del manager non accenna a placarsi.

Ribadiamo, si tratta solo di una suggestione che potrebbe anche non concretizzarsi visto che al momento tra il nodo Antitrust, la valutazione di Open Fiber, la richiesta dei francesi di Vivendi e le altre partite ancora aperte regna sovrana una certa confusione. Ma diciamo che il nome di Donnarumma ha iniziato a girare. Lo stipendio percepito da Pietro Labriola nel 2022, circa 3,6 milioni, rappresenta un incentivo notevole per accettare una sfida così complessa e una sorta di "risarcimento" per il manager che ha perso al tempo stesso la possibilità di diventare ad di Enel e di rimanere al timone di Terna. Anche perché le altre partite che lo vedrebbero candidato – da Ferrovie a Cassa Depositi e Prestiti – si apriranno tra quasi 12 mesi. E in un anno, di cose, ne possono succedere tantissime
 

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